Quentin Tarantino festeggia i 50 anni tra grande cinema e film cult
Oggi, uno tra i più grandi e apprezzati registi del nostro secolo, spegne 50 candeline. E come non fare gli auguri al cineasta che maggiormente, negli ultimi anni, ha saputo stravolgere il linguaggio cinematografico facendolo suo e creando un vero e proprio stile? Stiamo parlando di lui, di Quentin Tarantino, l’uomo nato a Knoxville in Texas che fin dalla tenera età, accanito divoratore di B-Movies e di cinema italiano degli anni ’70, ha compiuto uno studio a dir poco maniacale del mezzo per poi elaborare un linguaggio personale inconfondibile. Grazie alla capacità di fondere diversi generi, è riuscito a firmare opere che hanno segnato la storia del cinema in maniera indelebile. Il Tarantino sceneggiatore inizia a farsi conoscere agli inizi degli anni ’80 per lo più come autore di sceneggiature scritte per altri colleghi e non mancano già da allora i richiami al nostro cinema, a partire da Sergio Leone, Dario Argento passando per Mario Bava e tutto il filone del cinema poliziesco.
Lui stesso dice di se:“Sono una specie di aspirapolvere. Prendo materiale da ogni cinematografia esistente”
Il successo arriva con “Le Iene”, il thriller del 1992 di cui scrivere il soggetto e la sceneggiatura riservandosene, per la prima volta, anche la regia. E se il suo esordio alla direzione di un lungometraggio, in cui ritroviamo Harvey Keitel, Tim Roth e Steve Buscemi, aveva riscosso un discreto successo, sarà con “Pulp Fiction” che il regista riuscirà a ottenere un grande riscontro di critica e pubblico, ancora maggiore rispetto al precedente. Di nuovo scritto e diretto da Tarantino stesso, il film gli regala la Palma D’oro al Festival di Cannes del ’94 e l’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, statuetta che dividerà con Roger Avray, co-autore del progetto. Negli anni successivi lo vedremo anche davanti alla macchina da presa in pellicole come “Mister Destiny” e “Desperado”, dirette dal collega e amico Robert Rodriguez, con il quale tornerà a collaborare nel duplice progetto “Grindhouse”/”Planet Terror”.
Passerano ben sei anni da “Jackie Brown” uscito nel ’97, dopo il quale il regista decide di prendersi una lunga pausa per tornare in grande stile con il capolavoro del 2003 “Kill Bill” a cui l’anno successivo seguirà il secondo capitolo. L’idea del film nacque sul set di “Pulp Fiction”, quando Tarantino e Uma Thurman, attrice protagonista del lungometraggio, pensarono al soggetto accennando per la prima volta alla donna con il volto sporco di sangue da cui nacque “La sposa imbrattata di sangue”, simbolo del film. Il 2009 è l’anno di “Bastardi Senza Gloria”, il film che segna l’inizio della collaborazione tra il regista e l’attore tedesco Christoph Waltz, che grazie a questa pellicola vince il suo primo Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. E quest’anno Quentin torna protagonista più che mai, con lo spaghetti western “Django Unchained”, tutt’ora al cinema che gli è valso il secondo Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale, oltre a quello per il Miglior Attore Non Protagonista, nuovamente andato a Waltz. In attesa di vederlo di nuovo al lavoro sul set del suo prossimo progetto, dal titolo “Killer Crow”, non possiamo che augurargli un meraviglioso compleanno.
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