“Razza si, razza no”
L'opinione di Vittorio Guillot
Un tale mi ha detto che è sbagliato nell’usare le parole: negro e zingaro perché sono espressioni razziste. Costui è convinto di far parte di una ‘elite’, eccezionalmente acculturata, che può pretendere che il comune volgo, me compreso, impari da loro come si parli. Lui ed i suoi accoliti, cioè, sarebbero ‘color che sanno’ e, quindi, possono e devono insegnare a tutti cosa è giusto e cosa non lo è anche nell’esprimersi nell’italiano corretto. Io, invece, penso che tutti quelli di quella gang siano dei matti…Perché non si può dire negro" a un negro perché è razzismo? Però nel mio dizionario della Lingua Italiana leggo: ‘ Negro, persona di razza negroide originaria dell’Africa’. Non si può dire negro? zingaro, a uno zingaro perché è razzismo? Però nello stesso dizionario leggo:’Zingaro, persona appartenente a una popolazione nomade di origine indiana arrivata in Europa nel XIII secolo. Gli zingari si dividono in due etnie: Sinti e Rom’. Mi chiedo: Chi, e con quale autorità, oltre a quella che si arrogano i saccenti conformisti radical chic, ovviamente politicamente corretti, può imporre che quelle parole abbiano un significato razzista? Nessuno, neppure i suddetti strani soggetti, può affermare “l’italiano è cosa nostra”. Capisco che anche il grande Gramsci, come, del resto, Le Bon e Spengler sostenevano l’importanza per un movimento politico di controllare e manipolare la cultura nazional-popolare. Ciò non di meno, nessuno è esclusivo padrone della lingua e nessuno può modificare il significato delle sue parole. Questo significato, infatti, proviene dalla spontanea evoluzione di tradizioni millenarie. Nessuno, in altre parole, può scimmiottare il Grande Fratello del romanzo “1984”, inventando una ‘neolingua’. E le parole ’negro’ e ‘zingaro’, non hanno mai avuto un senso razzista, tanto che sono state usate comunemente anche in poesie e canzoni. Possibile che i sinistri saputelli non si accorgano che il loro autoritarismo è generato da una piccineria piccolo-borghese scambiato per progressismo?
Ci si rende conto che neppure il fascismo arrivò a scempiaggini di questa portata, quando, attraverso il Mincul Pop, alias Ministero della Cultura Popolare, volle ‘purificare’ la nostra lingua? Non so se sia scientificamente corretto sostenere che esistono le ‘razze umane’. Non sono biologo e, quindi, non entro nel merito. Perché, però, parlare di ‘razze umane’ dovrebbe essere moralmente scorretto o, peggio ancora, criminale e nazifascista? Avete mai letto la nostra Costituzione, quella che tante volte è stata esaltata come ‘la più bella del mondo ’, che all’art. 3 parla di ‘razza’? O forse sono degli esaltati coloro che hanno esaltato la nostra esaltante Costituzione, che tutto il mondo ci invidia ma che nessuno ci copia? O forse anche la Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza, deve essere epurata perché è…..nazifascista? E perché mai, se il termine ‘razza’, è, appunto ‘razzista’ quando è riferito agli umani, nessuno, ma proprio nessuno, ha mai proposto di modificare l’art, 3 della Costituzione eliminando quel termine obbrobrioso? Eppure sono state avanzate ben 16 proposte di riforma costituzionale, a partire dalla prima, presentata dal democristiano Dossetti addirittura nel 1948. Ma finiamola di nasconderci dietro i gambi delle margherite, come diceva un mio capo anni fa, e smettiamola di vedere il “razzismo” in ogni stupidaggine! Il razzismo è qualcosa di ben diverso. E’ quando si crede che gli appartenenti ad una razza siano biologicamente, intellettualmente e moralmente superiori agli appartenenti ad altre razze e ci si sente autorizzati a dominarli, discriminarli, segregarli, sfruttarli, schiavizzarli e perfino ad ucciderli.
Questa disumana pretesa, propria di un certo positivismo evoluzionista che, persino tradendo Darwin, ha avuto in De Gobineau il suo più autorevole rappresentante, è stata smentita ripetutamente anche dalla scienza e dalla storia. Piuttosto, razzismo è quando si umilia la dignità umana per il colore o la religione del ‘diverso’. Questo razzismo, sia chiaro, non è una prerogativa esclusiva dei ‘bianchi’ ma è facilmente riscontrabile in una infinità di altre etnie, inclusi gli estremisti islamici. Preciso. Razzismo è quando si proibisce a qualcuno di accedere alle scuole, agli autobus, al lavoro per il colore della sua pelle…Razzismo è quando si corrispondono salari più bassi e si fanno fare lavori più duri ai ‘diversi’ o gli si fanno pagare dei balzelli solo a causa della loro religione, come in troppe terre musulmane succede ai ‘dimmi’, ossia agli ebrei e ai cristiani. Razzismo è quando una persona viene emarginata, umiliata, perseguitata per il suo coloreo religione. Razzismo è quando, seguendo le falsità scientifiche di Lombroso, si afferma che le popolazioni sarde e dell’Italia meridionale appartengono ad una ‘razza delinquente’. Ma se io incontro un uomo per strada e dico che è uno zingaro o un negro o un bianco o un pellerossa o un indiano o un marocchino, non sono razzista. Sto semplicemente definendo ciò che vedo. Basta! Cari radical chic, intellettualoidi e no! Vi rendete conto che siete supponenti e che non se ne può più del vostro autoreferenziale autoritarismo, fondato sul niente?