Regione approva piano contro la malattia delle capre
La Regione ha approvato il nuovo piano per combattere la Caev (Artrite–encefalite virale delle capre), malattia infettiva delle capre che colpisce soprattutto le razze da latte. Lo strumento, che vale per l’anno in corso e fino al 2016, stanzia inizialmente 1 milione di euro e oltre alle misure di prevenzione e cura, prevede per la prima volta incentivi per l’abbattimento dei capi sieropositivi e per l’acquisto di allattatrici artificiali per la costituzione di gruppi di capretti “free” dalla patologia. La delibera con il nuovo Piano, che rinnova e rafforza quello 2010-2012, è stata approvata ieri dalla Giunta Cappellacci su proposta congiunta degli assessori dell’Agricoltura e della Sanità, Oscar Cherchi e Simona De Francisci.
“Si tratta di un provvedimento importante – spiegano gli assessori – sul quale la Regione stava lavorando da tempo per tutelare circa 2.600 aziende e il nostro patrimonio caprino che conta oltre 240mila capi da una malattia insidiosa. Il Piano ha il duplice obiettivo di contrastare ed eradicare la Caev e, dall’altra, difendere un’economia che, parallelamente a quella del comparto ovino, rappresenta una fondamentale fonte di reddito per gli allevatori della Sardegna”. Secondo i recenti dati dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale, tra il 2011 e il 2013 sono risultate positive alla Caev (cioè dove è stato rilevato almeno un capo positivo alle prove diagnostiche convenzionali) 193 aziende isolane su 235 controllate.
La principale via di trasmissione della malattia, nel contagio dei capretti neonati, avviene tramite il colostro o il latte contenenti l’agente patogeno, mentre negli adulti avviene con la mungitura, soprattutto se meccanica. Nei capretti tra i 3 e i 6 mesi la malattia si può manifestare, anche se raramente, in una forma nervosa che provoca debolezza negli arti posteriori e paralisi. Nelle capre adulte i sintomi sono l’artrite, la polmonite e la mastite.
I danni economici riscontrabili in un allevamento infetto sono la riduzione della produzione di latte fino al 25-30 per cento, una maggiore predisposizione a contrarre malattie, maggiori costi di alimentazione, minore longevità degli animali colpiti, disturbi nello sviluppo dei soggetti giovani, associati a minor vitalità e maggior numero di interventi terapeutici nella fase di crescita. A oggi non esiste alcun vaccino contro la Caev e la profilassi è esclusivamente sanitaria.