Regolamentazione accessi sentieri Capo Caccia: le spiegazioni del Parco
Il Parco di Porto Conte spiega le ragioni delle misure di regolamentazione degli accessi e della fruizione nella penisola di Capo Caccia.
Il Parco di Porto Conte spiega le ragioni delle misure di regolamentazione degli accessi e della fruizione nella penisola di Capo Caccia. Sono misure in vigore da diversi anni che assicurano la straordinaria presenza di avifauna specialmente protetta culminata con l’eccezionale ritorno alla nidificazione dell’avvoltoio grifone storicamente presente e con le “new entry” rappresentate dall’avvoltoio capovaccaio e del falco pescatore. La recente ordinanza direttoriale, per la prima volta segnalata con apposizione di specifici cartelli, non è altro che una conferma, anche per l’annualità 2022, di provvedimenti di tutela e gestione degli accessi già in vigore da diversi anni.
Ormai è acclarato il Parco naturale regionale di Porto Conte oggi si connota come presidio importante al livello internazionale per la nidificazione di specie prioritarie protette che sul territorio isolano non si riproducevano da decenni. E’ il caso del falco pescatore alla sua terza stagione riproduttiva sulle falesie di Capo Caccia e ancora l’evento più straordinario la presenza, alla sua quarta stagione riproduttiva dell’avvoltoio capovaccaio, a rischio estinzione sul panorama italiano, che conta appena una dozzina di coppie nidificanti censite. Grazie poi al progetto Life “Undergriffon wings” sulla penisola di Capo Caccia è ritornato a nidificare l’avvoltoio grifone con una presenza di 6 coppie in fase riproduttiva ad oggi.
La penisola di Capo Caccia potrebbe quindi definirsi un vero e proprio “hub avifaunistico” se si cita anche la massiccia presenza di altri uccelli prioritari per conservazione come l’uccello delle tempeste e la berta maggiore. Un serbatoio di biodiversità da proteggere e che da diversi anni ha spinto il Parco naturale regionale di Porto Conte ad intervenire per assicurare una fruizione regolamentata dell’area di Capo Caccia, garantendo comunque, a particolari condizioni, l’accessibilità del sito da parte di escursionisti e visitatori. Una fruizione che però deve tenere presente che esistono queste importanti esigenze di conservazione e tutela ambientale uniche ed eccezionali che devono essere rispettate. Sulla base di queste esigenze anche quest’anno, come avviene da diversi anni, sono state confermate le misure di regolamentazione degli accessi e della fruizione nella penisola di Capo Caccia.
E’ stata emanata un’ordinanza che rinnova l’interdizione della fruizione nella porzione di falesia rocciosa a nord di Cala Barca fino a punta delle Gessiere con un “buffer” interno alla costa che arriva al limite della viabilità principale all’interno della foresta demaniale di “Prigionette-Porto Conte” e una riorganizzazione della fruizione sul versante di costa che dal belvedere dell’isola Foradada arriva a Cala Barca. Anche quest’ultima porzione di costa è infatti caratterizzata da nidi storici di avvoltoio grifone, ma viene abitualmente usata per raggiungere da parte dei visitatori la torre della Pegna.
“Siamo consapevoli che i sentieri, tra l’altro numerosi e alcuni anche impropriamente realizzati, che portano alla torre della Pegna consentono di godere di un paesaggio mozzafiato e sono stati sempre battuti da tanti escursionisti più o meno esperti-spiega il presidente del Parco Raimondo Tilloca- ma è altrettanto vero che tutti questi sentieri che avevano come unica destinazione la torre della Pegna, oltre che essere troppi e molte volte fuorvianti per i principianti, rappresentavano una viabilità sentieristica eccessiva per il territorio considerato, costituendo tra l’altro un sistema di corridoi nella vegetazione dannosi per gli habitat presenti. Non solo, alcuni di questi sentieri si affacciano pericolosamente sulla falesia e sono in grado di generare disturbo per l’avifauna nidificante. Ecco perché si imponeva una azione di regolamentazione della fruizione. Proprio grazie a queste azioni a tutela degli habitat vegetali e di siti di nidificazioni presenti e potenziali, introdotte negli anni dal Parco, è stato possibile creare le condizioni ideali per la nidificazione di importanti specie; la razionalizzazione degli accessi quest’anno è stata anche per la prima volta segnalata con appositi cartelli.”
Tra l’altro occorre evidenziare che la penisola di Capo Caccia non è solo pubblica, ma in parte anche di proprietà privata. “Ad ogni modo– -evidenzia il direttore del Parco di Porto Conte e dell’Area marina Capo Caccia – Isola Piana Mariano Mariani- nell’ambito di progettualità distinte abbiamo ottenuto l’autorizzazione per attrezzare una serie di nuovi sentieri aperti alla fruizione che rappresentano una novità per la stagione 2022 che si aprirà con i prossimi week-end della primavera: un primo sentiero che dalla zona di Tramariglio porta a torre della Pegna, un secondo che porta a Cala Inferno ed un terzo che porta alla grotta dei vasi rotti. Tutti attrattori naturali della penisola di Capo Caccia con caratteristiche panoramiche, a disposizione di escursionisti e visitatori, che potranno essere frequentati e raggiunti con una viabilità ufficiale che consentirà, un maggior controllo della fruizione riducendo al minimo gli impatti sugli habitat vegetali e il disturbo delle specie avifaunistiche. Altro aspetto infine di non poco conto che abbiamo tenuto in seria considerazione nella stesura dell’ordinanza direttoriale ha riguardato il tema della sicurezza degli accessi. Più volte escursionisti si sono persi per via dell’enorme presenza di sentieri alternativi tracciati impropriamente, occorreva quindi razionalizzare e definire un’unica sentieristica ufficiale, ma soprattutto censire e registrare gli accessi. Si è reso quindi necessario almeno per coloro che intendono raggiungere torre della Pegna prevedere la registrazione dell’accesso o attraverso l’infopoint della sede del Parco o quello della foresta di Prigionette- Porto Conte”.