Relativizzare come metodo
l rendiconto di fine anno del Sindaco Lubrano, coincidente peraltro con la tappa, importante, dei primi sei mesi di governo, non è stato di certo esaltante: anzitutto per il richiamo ormai stantio alle difficoltà ereditate da chi lo ha preceduto, in secondo luogo perché non è stato fatto molto, ed in terzo luogo perché troppe contraddizioni minano alla base quanto di quel poco sinora fatto o annunciato come proponimento per il futuro prossimo. Gli umori della Gente comune sono orientati per il pollice verso: così narrano gli scambi dei tanti opinionisti (è giusto che vengano chiamati così) che intervengono sulla rete: in fondo, con il loro voto, espressero una
opinione ed hanno tutto il diritto di lamentarsi se le cose non filano per il verso giusto, e se la storia della nostra Città continua a mostrare i suoi lati peggiori, in una decadenza senza fine, che divora tutto e tutti, facendo impallidire le promesse di cambiamento. Mi sembra però altrettanto giusto relativizzare le sensazioni! Vale a dire: ripensare a questi ultimi dieci anni di pantano dove le peggiori espressioni della politica locale hanno dato mostra personale di sé acuendo quel malessere e quel malanimo che mina alla radice la considerazione che si dovrebbe nutrire per chi dedica la propria attività alla costruzione del bene comune, mi riscopre un po’ più ottimista; ho votato si per un cambiamento reale, ma soprattutto nella convinzione che il peggio del nuovo sarebbe stato sempre meglio dell’incubo del vecchio pantano (dal quale ogni tanto continuano a gracidare quattro rane senza pudore, quasi non avessero ‘tagliat mancu un prat’); e del resto sei mesi sono tanti se pensiamo alle attese riposte nel cosiddetto nuovo, ma, obiettivamente sono pochi per poter pretendere grandi cose, sia dalla pubblica Amministrazione e sia dalla nostra capacità di crescere come Cittadini; e mi sorprendono le dimissioni annunciate dalla Signora Chiara Rosnati, perché il suo impegno iniziava a dare i suoi frutti; ma, forse, questo abbandono viene da una altra situazione che vede il Sindaco e la sua Giunta soli, abbandonati persino da un PD diviso, e orientato a trovare a Sassari la stella polare del suo impegno per Alghero; Mario Salis si è impegnato in un compito sovrumano : come non far convergere i voti su di Lui? A quando una Segreteria del PD algherese nelle mani di Mario Bruno, deciso a imporre chiarezza e sintesi nel partito a beneficio solo di Alghero?
Detto questo, relativizzare non significa essere ciechi! Le dichiarazioni del Sindaco, fotocopia dell’analisi della situazione effettuata dalla sua lista, presentano troppe anomalie per non essere evidenziate:
a) tra 65 giorni saremo a Pasqua, data ufficiale di inizio della attività turistica. Nel programma del Sindaco, gran parte delle aspettative di lavoro per la Gente di Alghero, è incentrata proprio su questo settore, ovviamente avvalorato da un possibile incremento delle presenze, e soprattutto, ed è questa la novità, sulla possibilità che si possa creare un ciclo virtuoso tra l’approvvigionamento delle derrate alimentari e le risorse agroalimentari locali. Per quanto riguarda le presenze, è fuor di dubbio che un loro incremento possa arrivare soltanto offrendo una immagine della Città diversa proprio in quelli che sinora sono stati gli aspetti di maggiore criticità : pulizia, addobbo urbano, qualità del mare, e risorse extra-balneari; per quanto riguarda la qualità del mare, ho l’impressione che le rassicurazioni del Sindaco vadano un po’ oltre le sue reali possibilità, e ne parlerò più avanti specificamente; per quanto riguarda invece le risorse extra-balneari, non vedo sforzi migliori oltre la ricerca di una qualità culturale indicata peraltro dalla storia antica e moderna di Alghero e della Sardegna, (a proposito, lo stato dell’arte del Museo Civico è ancora incastrato nel disinteresse dimostrato dalla Giunta precedente, oppure si è andati oltre le lamentele alla ricerca di soluzioni che diano garanzie imminenti e certe di apertura?). Per quanto riguarda la pulizia e l’addobbo urbano, sicuramente posti in pregiudizio l’una dalla situazione gestionale della Ditta incaricata, e l’altro dalla scarsità di risorse finanziarie, è bene che si facciano delle scelte coraggiose: ad esempio, è stato ottimale allestire lo spettacolo pirotecnico di Capodanno, o sarebbe stato più giusto impiegare il denaro in altre modalità che sul piano dell’immagine avrebbero fornito minore visibilità immediata, ma un vestito estivo più dignitoso per l’intera Città? Il riferimento invece al Lavoro, che non si trova con il lanternino, ma con l’intelligenza e la passione per l’Uomo che ha bisogni ed al quale ci si dedica, richiede l’esistenza di una delega allo sviluppo economico e strategie che vadano oltre la banalità delle fiere o delle Feste; certo, combattere i tre colossi della grande distribuzione che in città la fanno da padrone per quanto riguarda gli approvvigionamenti è duro, ma la strada da percorrere è l’agroalimentare locale e di qualità, e la concertazione preventiva affinché i tempi di semina collimino con i raccolti, impone tempestività e pazienza. Si è fatto qualcosa?
b) Il Parco di Porto Conte cammina spedito sulle gambe di un Direttore, il Dr Gazale, il quale gratificato da un onorario di tutto rispetto, risponde ad obblighi precisi fissati dal contratto. Tra l’altro, notizia di questi giorni, assumerà la titolarità della guida dell’area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana, nuca, protesa verso il mare, del Parco di Porto Conte; ci saranno per questo aggravio di prerogative adeguamenti contrattuali? Il problema non è questo: la vera novità rispetto al passato, sta nel fatto che gli organi di controllo, mero controllo, non percepiscono per questa attività svolta in rappresentanza del Consiglio Comunale di Alghero, alcuna remunerazione che non sia un rimborso spese certificato. Vale a dire che una Società partecipata svolge la sua funzione attraverso la guida di un Tecnico qualificato retribuito, ed il controllo da parte dell’Ente Pubblico si realizza alle condizioni riconosciute dalla qualifica originaria ricoperta dal singolo designato. E’ questo il cammino che tutti ci auguriamo per le società partecipate al fine di abbattere i costi della Politica. Ma se osserviamo altre Società partecipate (Secal, InHouse, Sogeaal, forse in futuro….Meta), ci rendiamo conto della contraddizione : In Sogeaal c’è un Tecnico che svolge i suoi compiti a norma di contratto, ed è così difficile trovare all’interno di Secal e Inhouse funzionari comunali che possano svolgere il loro compito da Tecnici qualificati, tanto da giustificare la designazione, gratificata, di personaggi i quali, per un verso o per l’altro, si rapportano al potere Regionale o Comunale?
c) Il problema della marea gialla va verso una soluzione; non mi sembra! Facciamo il percorso all’incontrario : il Calich riceve acqua dolce in misura sproporzionata alla sua capacità di smaltimento: il bacino imbrifero che gli sta a monte, immutato da millenni, viene violentato dai reflui del depuratore di San Marco, i quali, oltre alla dolcezza, abbondano di azoto, e questa combinazione favorisce la crescita delle alghe che colorano di palude la marea che si riversa sul Golfo di Alghero; questa è la situazione attuale, con un risultato che non cambia di una virgola lo stato di fatto. Di nuovo e di eclatante che cosa c’è? Truncu Reale, il depuratore di Sassari dirotta i suoi reflui verso il Lago Cuga, serbatoio strategico di acqua potabile non solo per Alghero ma per tutto il Nord Sardegna, vista la sua capacità di ricevere contributi da parte del Lago Temo in quel di Monteleone Rocca Doria. Diversi chilometri in linea d’aria separano il Cuga dal Calich, ma la loro storia è strettamente connessa in quanto il ‘troppo pieno’ del Cuga, perché così vuole la geografia dei luoghi, confluisce verso il Calich, e siccome ‘ogni tanto piove’, il Cuga, arricchito degli scarichi di Sassari ricchi di azoto, cederà le sue acque al Calich, annullando le misure precauzionali di via Columbano. Chi ha pensato l’enormità di Truncu Reale e quella successiva, probabile, dei reflui del San Marco verso il Cuga ? E continuo a chiedervi per quale motivo i reflui di Truncu Reale invece di essere sversati nel Golfo dell’Asinara, vanno ad infettare una riserva di acqua potabile, bene comune per eccellenza? Ho esaurito il mio spazio, e quindi rimando alla prossima le considerazioni sul PUC e sulla questione di Maria Pia, due aspetti del bene comune che necessitano di chiarimenti preventivi.