Religioni, dialogo per una convivenza pacifica
Terminata a Stintino la due giorni dedicata al confronto fra religioni e identità culturali. Uno dei temi trattati è stato la libertà di satira a mezzo stampa
La due giorni organizzata dal Comune di Stintino, dall’Arcidiocesi di Sassari e dall’associazione “Il Tempo della Memoria” si è rivelata una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli nel segno della pace, in un momento in cui l’Occidente, dopo i drammatici fatti di Parigi, vive le angosce e le paure di attacchi terroristici.
L’importanza del convegno è stata sottolineata, inoltre, attraverso la lettura della lettera del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso inviata dal cardinale Jean Louis Tauran all’arcivescovo di Sassari. Un documento che sottolinea l’importanza dell’incontro e che ricorda come sia «importante intensificare il dialogo fra le varie religioni e il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli».
«L’obiettivo che ci siamo dati quando abbiamo pensato di organizzare questo convegno – ha detto questa mattina il primo cittadino di Stintino Antonio Diana durante la cerimonia di apertura – è promuovere il dialogo tra le diverse comunità religiose, come strumento essenziale di conoscenza. Questo per dare una corretta lettura alla diversità religiosa, individuando un terreno di valori che possa costituire un comune denominatore per una convivenza pacifica all’insegna del rispetto reciproco».
L’appuntamento stintinese di oggi, dopo la prima giornata di ieri a Sassari incentrata sul dibattito sulla risoluzione dei conflitti attraverso la cultura, ha visto i relatori impegnati in due sessioni, una mattutina e una pomeridiana, che hanno aperto un dibattito e un confronto sulle religioni e le identità culturali e sul ruolo dei media nel dialogo interreligioso. È stato Khaled Allam, docente alla Facoltà di Scienze politiche di Trieste a condurre la prima sessione. E proprio il docente universitario ha detto «il futuro sarà una società eterogenea, multiculturale, una società che si trova difronte valori inediti che dovranno sottendere ad aggiustamenti di ordine sociale. Adesso però la società è impreparata, perché dimentica che le grandi problematiche politiche e religiose, le passioni democratiche avvengono quando succedono mutamenti profondi all’interno della società stessa. Così come avvenne con la caduta del muro di Berlino, nel 1989».
Da quel momento è caduta quella nozione di universalismo basato sulla libertà e uguaglianza e si è aperto il fronte di una serie numerosissima di conflitti etnici in gran parte del mondo, compresa l’Europa. Si sono quindi succeduti gli interventi del vescovo ausiliare del Patriarca di Antiochia dei Siri a Beirut Jihad Battah, l’imam e professore di Scienze politiche e religiose, Università Internazionale Libanese, Saida in Libano Sheikh Sadeq Naboulsi Ahmad, dell’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica dell’Iraq presso la Santa Sede Habeeb Mohammed Al-Sadr, quindi dell’imam e membro dell’Alta Commissione dei Saggi Islamici Religiosi, Siria Sheikh Ali Hassan Ramadan.
La sessione pomeridiana è stata presieduta dal vicedirettore del Tg1 della Rai Gennaro Sangiuliano che ha coordinato gli interventi del Nunzio apostolico Edmond Y. Farhat, di Marwa Osman giovane giornalista libanese di Al Etijah Tv, del giornalista e scrittiore siriano Kevork El Massian e di Ameen Abo Yehia giornalista di Asia Tv