Riusciranno i nostri eroi a salvare la nave Italia dal naufragio sugli scogli della procellosa crisi?
E’ evidente anche a un cieco che se non si incide sulle distorsioni che producono una spesa pubblica abnorme e se non aumenta la produzione economica , la voragine del debito pubblico resterà sempre famelicamente aperta. Perciò mi chiedo : é possibile porre e applicare delle norme che combattano efficacemente la corruzione e l’evasione fiscale? E’ possibile far funzionare meglio l’ordinamento giudiziario in modo da rendere giustizia in tempi accettabili alle imprese e ai cittadini e applicare ai magistrati, come agli altri pubblici funzionari, l’obbligo del risarcimento dei danni erariali provocati dai loro errori e dai loro ritardi? La partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle aziende potrebbe essere efficace anche per la lotta all’evasione fiscale, oltre che per rendere migliore, più giusto e “democratico” il sistema economico? Utili da dimostrare con documentazione contabile. In proposito, é vero che chi evade le tasse è un parassita che grava sulle spalle di chi le paga, ma, per eliminare scuse e giustificazioni da parte di chi dice di evaderle non per arricchirsi ma per sopravvivere, non è il caso che le pubbliche amministrazioni adempiano ai loro obblighi ed ai tagli “mirati” degli sprechi e delle relative tasse? Certo che procedere a tali tagli è difficilissimo, visto che le spese inutili, per ragioni principalmente clientelari e elettorali, sono diffuse come metastasi in tutti gli enti ed apparati pubblici e, personalmente, non so che fine potrebbero fare i loro dipendenti se le pubbliche amministrazioni fossero sottoposte dure cure dimagranti. Non parlo, poi, degli ostacoli che porrebbero i partiti, le lobbies e i sindacati. Personalmente sono favorevole al licenziamento dei dipendenti pubblici inefficienti e al trasferimento di quelli in eccesso ad altre attività ed amministrazioni socialmente ed economicamente utili. Penso, poi, che per una seria lotta alla corruzione si dovrebbe ricorrere a una più stringente disciplina degli appalti ed eliminare la pratica dei “subappalti”, che si prestano a speculazioni e ad aumenti di costi pubblici. Altra domanda che mi pongo è se, più che colpire le imprese, le prime case, i pensionati e i lavoratori, sia possibile spostare il tiro sui patrimoni investiti in beni di lusso, in particolare quelli grossi e, perciò, sono scarsamente produttivi di redditi. Se questi capitali fuggissero all’estero, chi se ne frega (… per modo di dire!…) dato che , appunto , sono produttivamente sottoutilizzati ! Il pericolo che fuggano i capitali produttivi si evita, invece, quando l’economia consente vantaggi non inferiori a quelli assicurati in altri Paesi. E’ possibile che, oltre ( od al posto) dei taxisti, vengano liberalizzate le banche o, perlomeno, che sia contrastato il monopolio monetario e creditizio della finanza nazionale ed internazionale, obbligandole a erogare crediti ad imprese e famiglie almeno con i soldi che ricevono dallo Stato o dalla Banca Centrale Europea? E’ possibile applicare la Tobin tax per arginare la speculazione finanziaria? E’ possibile capire che fine fanno i danari pubblici, in particolare quelli erogati ad enti di diritto privato, quali sono i partiti e i sindacati? Per eliminare i “veti incrociati”, occorrerebbe anche che fossero ben individuate e separate nettamente le competenze di organi e istituzioni o che, nei casi di indispensabili decisioni “collegiali”, fosse obbligatorio il ricorso alle “conferenze dei servizi”, che riducono i tempi e gli intoppi della burocrazia . Come si vede, le questioni che questo Governo ha di fronte sono tante e complesse. Non mancano neppure le forti resistenze alle riforme e alla riduzione della spesa pubblica e, anche se non è direttamente condizionato dalla demagogia che accompagna la ricerca di consenso elettorale, deve, comunque, fare i conti con i partiti politici. Certo occorrerebbe un Esecutivo forte che potesse vincere quelle resistenze. Purtroppo il tempo a disposizione per risolvere tutte queste questioni, che tutti gli altri hanno aggravato in vent’anni di beghe e diatribe, è molto poco! Mi domando, perciò, con una certa ansia, se riusciranno i nostri eroi a salvare la nave Italia dal naufragio sugli scogli della procellosa crisi? Speriamo di si, altrimenti ci potrebbe salvare solo la buona stella.