Riutilizzo dei reflui del depuratore, rassicurazioni da Abbanoa
Abbanoa, nel precisare la correttezza delle preoccupazioni argomentate dal Parco naturale regionale di Porto Conte, rassicura sull’assoluto rispetto dei parametri di legge sul conferimento delle acque reflue depurate in uscita dall’impianto di Alghero.
Sul riutilizzo dei reflui del depuratore di Alghero-San Marco, in seguito alle polemiche di questi giorni scaturite dopo la presa di posizione del direttore del Parco di Porto Conte e la riposta dei comitati di borgata, giungono i riscontri del soggetto gestore Abbanoa che precisa la correttezza delle preoccupazioni argomentate dai vertici del Parco naturale regionale, rassicurando sull’assoluto rispetto dei parametri di legge sul conferimento delle acque reflue depurate in uscita dall’impianto di Alghero.
Rispetto alle preoccupazioni paventate da più parti sul rischio di conferimenti delle acque reflue depurate non conformi ai parametri di legge per scopi irrigui, riportiamo in parte la nota di risposta del gestore idrico Abbanoa al Consorzio di Bonifica della Nurra e agli enti a vario titolo competenti nella materia. Nella nota si ribadisce l’assoluta correttezza della presa di posizione del Parco naturale di Porto Conte, assunta nel perimetro della propria competenza istituzionale di salvaguardia e tutela del territorio protetto governato. Inoltre, viene ribadita la sicurezza e il mantenimento dei parametri di legge in materia di conferimento delle acque reflue depurate, rassicurando dunque sulla correttezza del processo produttivo.
Di seguito i passaggi più salienti della nota inviata da Abbanoa:
“Lo scarico del depuratore di Alghero San Marco – si legge – è stato autorizzato con provvedimento 112 e l’utilizzo delle acque reflue depurate ai fini irrigui avviene sulla base del “Piano di Gestione” adottato dal Consorzio di Bonifica della Nurra il 2 maggio 2011 e tuttora in vigore. Solo in caso di emergenza, il depuratore può contare sullo scarico alternativo nel Rio Filibertu, affluente dello stagno del Calich, area sensibile. Si richiama inoltre che le acque reflue depurate, non sono utilizzate per gli scopi irrigui in via di esclusiva. Esse concorrono ad alimentare un complesso sistema di irrigazione per circa il 15% della sua capacità complessiva. In altri termini, ricorre per il depuratore di Alghero il riuso delle acque depurate solo in forma “indiretta” (e non prevalente), e cioè in mix con altre fonti.” Tanto premesso, non riteniamo di poter dare esecuzione alla vostra disposizione di disconnessione del collegamento alla rete consortile poiché non ricorrono le condizioni di emergenza per lo scarico presso l’area sensibile dello stagno del Calich e poiché tale soluzione, oltre che peggiorativa sotto il profilo ambientale, per quanto più dettagliatamente espresso dall’Ente Parco, sarebbe anche sbagliata.
E ancora: …”la disciplina prevista dal Regolamento (UE) n. 2020/741 riguarda il riuso esclusivo, e cioè diretto, delle acque reflue depurate ai fini agricoli e non anche a quello indiretto grazie all’apporto di altre fonti. Diversamente, qualsiasi scarico in acque interne dovrebbe sottostare al nuovo Regolamento. Né pare applicabile l’art. 7 del recente Decreto Legge 39/2023 di contrasto alla siccità che si propone di aumentare, in via transitoria, sino al 31 dicembre 2023, il recupero irriguo e non certo di limitare le applicazioni già operative”.
Infine la nota precisa: “…sotto questo profilo, il depuratore Alghero San Marco già oggi rispetta limiti di emissione che non solo sono più restrittivi rispetto a quelli previsti dal testo unico ambientale d.lgs. 152/2006 ma anche più restrittivi rispetto al sopravvenuto e comunque non applicabile Regolamento (UE) n. 2020/71. Anche sotto questo profilo, pertanto, la soluzione adottata appare non solo preferibile ma anche esemplare”.