Rivive l’iconografia statuaria a Cagliari con una psicologa
Circa sei sette anni or sono, quando l’estate della Riviera brulicava di turisti da ogni dove, il Centro Storico di Alghero ospitava una nutrita schiera di artisti, figuranti, musicisti, prestigiatori e quant’altro. Erano tempi d’oro quelli, ricordati oggi con una buona dose di nostalgia, quando in città si viveva gioiosamente, soprattutto scevri da preoccupazioni economiche. L’Alghero di un lustro e mezzo fa ci regalava la presenza di numerosi artisti da strada capaci di catturare l’attenzione della popolazione a passeggio con iniziative fantasiose e novità sorprendenti oltre che affascinanti.
Meritava ammirazione la composizione di concrezioni sabbiose che per alcune estati un artista straniero trascorreva le vacanze nella spiaggia di san Giovanni piuttosto che in città, quasi a dormire con la sua opera d’arte che necessitava attenzioni da possibili vandali o di acqua nelle ore di maggior calura onde evitare il crollo dell’opera concepita sulla sabbia umida esclusivamente con sabbia e acqua in una giusta proporzione che consentisse la massima durata fintanto che le prime mareggiate di fine estate operassero la eliminazione del capolavoro alla stessa stregua dei ricordi indimenticabili.
Altrettante sensazioni si riusciva ad assaporare nelle piazze e nelle strette vie del Centro Storico dove stazionavano numerosi giovani artisti, impassibili, delle vere e proprie icone, quasi capaci di non respirare, di distaccarsi da coloro che li osservavano con insistenza in attesa di coglierne prima o poi un sorriso abbozzato, un cenno recondito di compiacimento o di dissenso sul mondo visto dalla ‘statua’. Il tutto si concludeva quando e se l’artista decideva di omaggiare gli spettatori- ammiratori con brevi parole di ringraziamento sia che lo avessero omaggiato con qualche spicciolo oppure no.
Da un bel po’ parrebbe scomparsa l’iconografia statuaria in città, mentre a Cagliari sembrerebbe riproposta da Laura Zedda, una trentenne cagliaritana, futura psicologa che ogni pomeriggio occupa il suo ‘osservatorio’ nella centralissima via Manno, cuore commerciale del capoluogo sardo. Laura Zedda impersona una dama ottocentesca nella mentalità, movenze e atteggiamenti frutto di accurata ricerca nell’arte della ‘comunicazione del silenzio’ .