“Russia, Nato, Ucraina”
L'opinione di Vittorio Guillot
La Russia ha , ancora oggi, il suo storico timore della chiusura dei suoi sbocchi sul Mar Nero e sul Baltico. Perciò tende a dominare o, per lo meno, a condizionare fortemente i Paesi confinanti. Oggi questo timore le proviene dalla propensione dell’Ucraina verso l’Occidente mentre, dall’altro canto, il timore di cadere nuovamente sotto il domino russo spinge i suoi vicini, tra cui , appunto, l’Ucraina, a rivolgersi all’Occidente. Quando dico Occidente mi riferisco più precisamente agli U.S.A. dato che l’Unione Europea non ha né una sua politica estera né la forza militare per far fronte al Cremlino. E ciò anche se l’Ucraina vorrebbe una maggiore integrazione politica ed economica con l’Unione europea. E’ certo , comunque, che se l’Ucraina finisse nelle mani della Russia ,avremmo le sue forze armate ai confini orientali dell’Europa, senza alcuna garanzia che uno Stato che non ha esitato ad occupare con la forza la Crimea , ad intervenire con i carri armati in Georgia ed a inviare truppe in Kazakistan per sostenere un governo amico contro le proteste popolari, non esiti ad intervenire anche militarmente se sorgessero dei contrasti con i Paesi europei.
Purtroppo , considerato che il discorso sulla unificazione delle forze armate europee, anche se fondamentalmente giusto, è ancora in alto mare, non resta che rimanere sotto l’ala protettiva della NATO. Infatti, per quanto io ne desideri la formazione, realisticamente non vedo la possibilità di quella unificazione. Almeno non in tempi brevi e neppure medi . Ciò quasi esclusivamente per le connesse questioni ‘tecniche’ e, soprattutto, politiche , dato che una unitaria politica militare presuppone una unica politica estera. Le ragioni finanziarie, in pratica, non esisterebbero, dato che per le Forze Armate unitarie, con la collegata eliminazione di molte strutture organizzative e burocratiche nazionali, si spenderebbero annualmente circa 170 miliardi complessivi contro gli oltre 200 miliardi spesi attualmente .Il risparmio annuo approssimato sarebbe, cioè, di ben 30 miliardi di dollari. Pensiamo, inoltre, che la Russia, proprio per l’organizzazione militare ‘unitaria’ , ha delle Forze Armate estremamente più efficienti di quelle di tutti gli stati della UE messi insieme , pur spendendo annualmente ‘solo’ meno di 70 miliardi di dollari.
Così l’Unione Europea, malgrado che abbia 447 milioni di abitanti ed un reddito tra i più alti al mondo , non è in grado di difendersi da una eventuale aggressione della Russia , molto più povera e con 146 milioni di cittadini . Di conseguenza deve accucciarsi sotto la zampa degli U.S.A. che, con i loro 770 miliardi spesi per la difesa, sono gli alleati più forti. Ovvio che così si perpetua l’egemonia degli Stati Uniti sull’Europa dato che, per quanto questa situazione non sia affatto ideale, sarebbe generalmente considerata più accettabile del finire sotto quelle, assai più opprimenti e ‘vampiresche’, della Russia o della Cina. Comunque, a parte tutto ciò, secondo me, se veramente si cerca la pace globale, con ragionevole realismo politico/strategico ,Putin dovrebbe essere più coinvolto che emarginato nella soluzione delle grandi crisi mondiali e nel contenere l’espansionismo cinese.
Fra l’altro non credo che il leader russo abbia veramente l’intenzione di scatenare una guerra contro l’ Occidente . Infatti sa benissimo che si troverebbe contro tutti i missili della NATO, schierati a pochissimi chilometri dalle città russe. Teniamo presente, in proposito che, sebbene la Russia sia sconfinata, potrebbe sopravvivere se sopravvivessero i centri industriali e le città , che, invece, verrebbero immediatamente distrutti. L’importanza strategica dei paesotti della steppa sarebbe irrilevante.Inoltre non mi pare che Russia abbia la possibilità finanziaria di dotarsi dei missili ipersonici che, comunque, potrebbero essere intercettati con i nuovi sistemi anti missile al laser che negli Stati Uniti e Israele sono in fase avanzatissima di realizzazione. Queste mie considerazioni rientrano nella razionalità della ‘Teoria dei giochi’, che purtroppo, l’azzardo di certi governi a volte ha accantonato scatenando catastrofici conflitti.
In ogni modo lo stesso governo ucraino ha invitato quello americano a stemperare i toni affermando di non ritenere che una aggressione russa sia imminente. Uguale opinione è stata espressa anche da autorevoli fonti politiche della Unione Europea, che ha solo da perdere dalla tensione con Mosca anche perché i Paesi europei dipendono fortemente dal gas russo. Purtroppo risulta “Non pervenuta”, la voce del ministro degli esteri italiano. Forse Biden, che molti ritengono ‘liberal’, democratico, progressista e pacifista, soffia sul fuoco per ragioni di politica interna e, più precisamente, per mostrare ai suoi elettori che vale qualcosa? Teniamo presente che la sua popolarità è in forte declino. O forse vuole legare maggiormente agli USA i paesi dell’Europa orientale anche per indebolire la costruzione di una Europa autenticamente Unita , capace di dialogare alla pari con USA e che non sia loro subalterna?
D’altra parte capisco i timori di Putin concernenti l’ingresso della Ucraina nella NATO. Anche a lui non può far piacere uno schieramento ai suoi confini di truppe e di missili ‘stranieri’, che renderebbero la Russia praticamente indifendibile. La sua situazione sarebbe uguale e contraria a quella verificatasi nel ’62 in occasione del blocco navale attuato dagli USA a Cuba, dove i sovietici intendevano installare i loro missili. E’ vero che la NATO ha finalità puramente difensive, almeno sulla carta, ma, mettendoci nei panni del leader russo, è facile sospettare che , se si volesse scatenare una aggressione, si potrebbe sempre inventare un ‘casus belli’ per coinvolgervi una alleanza, sia pure difensiva. Come uscire da un simile situazione? Personalmente vedrei positivamente la costituzione di una ‘cintura di sicurezza’ che protegga sia l’Europa che la Russia. Tale cintura dovrebbe essere formata da ‘stati cuscinetto’, non schierati né con la NATO né con Mosca e che, ovviamente, non ospitassero truppe di nessuna delle due parti né fossero armati da loro.
Certamente questa mia idea non é una trovata nuova o geniale ma , gratta gratta, non c’è mai niente di sostanzialmente nuovo sotto il sole. Bisogna trovare, in ogni modo, tra le esperienze del passato quelle più adatte al presente. Comunque non accetterei l’Ucraina nella Alleanza Atlantica anche se ritengo necessario un accordo che metta in chiaro che qualsiasi violazione della neutralità di quegli ‘stati-cuscinetto’ verrebbe intesa come una azione di guerra contro l’Europa e la Nato o, viceversa, contro la Russia. Speriamo che mai si arrivi a situazioni tanto tragiche ma ‘ si vis pacem, para bellum’, dato che non ci si può illudere che i delinquenti e i prepotenti internazionali non siano sempre all’opera.