Sa birra agricola a Narami
Nàrami ritorna il 30 maggio alle 19.30 e ai tavoli dell’agriturismo di Sa Mandra si berrà sa birra agricola Marduk 100% sarda. Un appuntamento goloso che suggellerà l’incontro di due eccellenti realtà agricole isolane.
Giovedì 30 maggio a cumbidare un bicchiere di spumeggiante bionda, o un ambrato boccale di nettare appagante, sarà la cucina di Sa Mandra. Nàrami ritorna il 30 maggio alle 19.30 e ai tavoli
dell’agriturismo di Sa Mandra si berrà sa birra agricola Marduk 100% sarda. Un appuntamento goloso che suggellerà l’incontro di due eccellenti realtà agricole isolane. Era nel 2007, quando Mauro Loddo e Giuseppe Murru, due ragazzi di Irgoli, decisero di coronare e radicare un loro sogno. La birra per loro, non poteva essere solo un piacevole mezzo per dissetarsi, doveva diventare anche un cosciente rito di degustazione. Cominciò un’avventura che prese il nome di Marduk, divinità babilonese. Nacque un birrificio agricolo che utilizza con estrema attenzione i prodotti naturali che l’azienda agricola, G.M.L. di Mauro Loddo, produce, compreso l’orzo e il luppolo.
Nàrami ha accolto una nuova sfida: abbinare la squisita cucina dell’Agriturismo Sa Mandra ai sapori eccezionali delle birre artigianali, offrendo un menu curato da Rita Pirisi, specificamente progettato per complementare le caratteristiche uniche delle birre Marduk. In collaborazione con il Consorzio Birra Italiana e Coldiretti Sardegna, a Nàrami si parlerà anche del progetto “Filiera della Birra Agricola in Sardegna” approfondendo il mondo della produzione della birra: dalla selezione del malto e del luppolo al processo di maturazione, culminando in degustazioni guidate e nella possibilità di ammirare da vicino gli ingredienti pregiati.
La birra, si sa, non è solo la bevanda-alimento più diffusa al mondo, è anche tra le più antiche. Ebbe i suoi natali diversi millenni fa, in Asia e si diffuse come bevanda tra i Sumeri, le sacerdotesse Assiro-Babilonesi la consigliavano, e anche gli Egizi la producevano e ne bevevano. È assai probabile che birra abbia la stessa radice della parola celtica “brace”, che per Plinio il Vecchio era una specie di biada; una tipologia di orzo fermentato, bruciato, usato per ottenere una gustosa bevanda. Gli antichi Ateniesi la consumavano durante i giochi olimpici, in onore di Demetra, sorella di Zeus e dea della madre terra; un percorso che galoppa nella storia. Come ricchi di storia sono: sa vrue, sa cordula, sa casadina salia, sos macarrones de punzu, sos culurgiones, su pistigione, su porcheddu e sa sevada, piatti che affondano nella memoria di un popolo e che connotano una tradizione. Pietanze che a Sa Mandra sono leccornìe e simboli di identità.
Il menù della tradizione e le birre Marduk, degustati insieme, sono una riuscita prova alla ricerca delle radici della nostra identità gastronomica nella sua versione profonda, colta, storica, ricca di stimoli e di voluttà. Mangiare e bere sono gesti necessari e quotidiani, e farlo in maniera consapevole è sinonimo di appagante saggezza.