Sa die de sa Sardinia: isola terra di migranti
Questa mattina la Giunta regionale ha scelto il tema legato alla celebrazione de Sa die de sa Sardinia 2016
“Sardinia, terra de migrantes”. E’ questo il tema legato alla celebrazione de Sa die de sa Sardinia 2016, scelto con la delibera di Giunta Regionale, proposta dall’assessore della Cultura e Pubblica Istruzione Claudia Firino ed approvata nella riunione di questa mattina (venerdì) in Viale Trento, sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru.
«Il filo rosso che lega le iniziative alle quali stiamo lavorando per “Sa die 2016” è il tema della emigrazione-immigrazione. Sardi diventati cittadini del mondo che portano con sé la propria identità, che non hanno rinunciato alle loro radici culturali, e le intrecciano a tradizioni altre – ha detto la titolare della Cultura – in terre dove posano la loro valigia e spesso mettono radici e crescono i loro figli. In un momento storico di grandi flussi migratori verso la Sardegna, penso inoltre alle popolazioni che scelgono la nostra isola come approdo, terra nella quale vivere, facendone nuova casa d’adozione, nella quale potersi integrare al meglio». Sa die de sa Sardinia 2016 prevede iniziative in collaborazione con i circoli sardi e le comunità straniere presenti nell’Isola, eventi musicali con la partecipazione di artisti e gruppi tradizionali e moderni.
«L’idea – ha proseguito l’assessore Firino – è quella di coinvolgere le scuole e la società civile, per sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni sul tema e l’importanza che ricopre nella vita di ciascuno di noi l’integrazione sociale». L’auspicio dell’esponente della Giunta Regionale è che questa ricorrenza si riempia di significato reale e non resti una semplice celebrazione, ma «una opportunità – ha concluso l’assessore – perché vecchie e nuove generazioni possano identificarsi e riconoscersi nel proprio passato e superare le sfide che l’isola deve affrontare in Europa, nella sua dimensione di terra al centro del Mediterraneo, ospitale e solidale con i popoli che hanno maggiore necessità».