Sacerdote di Verbania arrestato per spaccio: era a un coca-party da amici
Don Stefano Maria Cavalletti, 45enne in servizio vicino Stresa, è stato arrestato nei giorni scorsi a Milano in flagranza di reato per spaccio e detenzione di cocaina. Ha confessato. Nel 2013 era stato condannato per truffa.
Don Stefano Maria Cavalletti, un sacerdote di un paese vicino a Stresa, località sul Lago Maggiore in provincia di Verbania, è stato arrestato per spaccio e detenzione di cocaina. Il parroco, che ha 45 anni ed è originario di Monza, è stato arrestato in flagranza di reato mentre si trovava a Milano a un coca-party a casa di amici. La vicenda risale a qualche giorno fa ma è stata resa nota solo ieri sera dalla diocesi di Novara che in un comunicato, non conoscendo ancora i motivi dell’arresto, si è limitata ad affidare il prete “nella preghiera al Signore” in attesa di fare chiarezza su quanto accaduto. Poi oggi la polizia e il pm milanese Cristina Roveda hanno spiegato il perché dell’arresto di don Stefano. Da quanto è emerso, il sacerdote si trovava a casa di conoscenti in Piazza Anghilberto, a Milano, quando nel corso di una serata in cui si è fatto uso di cocaina uno degli invitati si è sentito male al punto da dare in escandescenza. I vicini, allarmati per il rumore, hanno così chiamato il 113. Gli agenti della volante entrati nell’appartamento hanno trovato gran parte della droga nel wc e altre tracce sparse per casa.
Il prete ha precedenti per truffa: si drogava “perché depresso”. Nel gabinetto è stato inoltre ritrovato il passaporto del sacerdote fatto a pezzi. Il parroco, così come gli altri ospiti sentiti come testimoni, avrebbe tentato di sbarazzarsi della cocaina e, temendo di essere identificato, anche del documento di identità. Ma poi il religioso ha confessato le sue responsabilità. Il pm Roveda ha quindi chiesto la convalida dell’arresto al gip Paolo Guidi che ha disposto il carcere. Don Stefano ha spiegato di aver cominciato ad assumere droga come forma di “autoterapia” in quanto depresso per via dei suoi guai con la giustizia. Nel settembre del 2013, il sacerdote di Verbania era stato infatti condannato in primo grado per una truffa nei confronti di un’anziana signora che aveva convinto a versare 22 mila euro sul suo conto corrente.