“Salva la tua birra- Più tasse di birra, meno tasse sulla birra”
Giovedì 19 Marzo, al pub Andycoc di Via Cilea a Quartu Sant'Elena, la protesta di Fratelli d'Italia-An e l'associazione Tea Party contro il nuovo aumento dell´accise sulla birra.
Giovedì 19 Marzo, al pub Andycoc di Via Cilea a Quartu Sant’Elena, la protesta di Fratelli d’Italia-An e l’associazione Tea Party contro il nuovo aumento dell’accise sulla birra. Chi parteciperà pagherà la sua birra e la sua consumazione tranne la percentuale dell’accise della stessa birra.. Un gesto per assoporare una serata di libertà da una vera e propria dittatura fiscale.
“Salva la tua birra- Più tasse di birra, meno tasse sulla birra” è lo slogan e la protesta si lega a quella nazionale dell’Assobirrai, i cui aderenti scenderanno in piazza il giorno prima, davanti al Parlamento italiano, per chiedere non solo uno stop all’aumento delle accise ma anche una rapida riduzione. Non è solo un problema del consumatore, che inevitabilmente troverà la birra più cara nei pub e nei supermercati ma comporta una perdita di posti di lavoro e un diminuzione di entrate fiscali. Dal 1 Gennaio 2015, data del nuovo aumento, le accise sulla birra in un anno sono aumentata del 30%. «In questo modo, – scrivono i rappresentanti Fdi-An in una nota – per i produttori italiani è veramente difficile, se non impossibile, essere concorrenziali con ilmercato estero: basti pensare che in Germania le accise sono 4 volte inferiori alle nostre e in Spagna 3 volte inferiori».
«Se la pressione fiscale in Italia si allineasse con questi valori il settore sarebbe in grado di creare 20 posti di lavoro al giorno, per un totale di 7000 in un anno (dato Assobirra) il mercato delle birre artigianali, in Italia vale 3,2 miliardi e assicura 136 mila posti di lavoro ad oltre 200 mila imprese. In Sardegna – continuano – sono circa una quarantina i birrifici artigianali principalmente conosciuti e presenti nelle guide specializzate. Un mercato che sembrava in espansione nell’isola, grazie anche al primato in classifica di bevitori di birra (60 litri pro capite)».
Alberto Frausin, presidente di Assobirra, ha quindi fatto un appello al governo invitandolo a ripensare a questo aumento annunciato per «tutelare un prodotto che rischia di pagare un grave svantaggio competitivo rispetto agli altri produttori europei: basti pensare che con questo ulteriore innalzamento delle tasse su un ettolitro di birra a Roma si pagheranno 38 euro mentre e a Berlino 9». Non è un caso se l’Italia è il primo Paese in Europa per volume di birra importata: 6 milioni e 175 mila ettolitri nel 2013. «Stiamo portando avanti anche una nostra piccola battaglia nell’isola» spiegano i dirigenti di Fratelli d’Italia «poichè aumentando le accise si preclude un ulteriore strada per l’autoimprenditorialità, vanificando in alcuni casi investimenti per macchinari ed edifici. Non solo, ma non si otterranno neanche i risultati sperati. Aumentando a dismisura le tasse, si provocherà la morte dell’impresa, il calo dei consumi».