Sardegna 1: in Prefettura mediazione senza sbocco
La situazione era giunta al deterioramento dei rapporti col personale dipendente con la minaccia dell’editore di abbandonare l’azienda se avessero continuato a programmare il sit-in di protesta nella mattinata di ieri.La minaccia non ha però sortito l’effetto della richiesta rinuncia alla manifestazione di protesta da parte dei lavoratori, riunitisi compatti davanti alla sede cagliaritana della Banca di Credito Sardo in viale Bonaria. La vertenza è proseguita con l’interessamento dello stesso Prefetto di Cagliari, dottor Giovanni Balsamo, con una sua prima proposta sull’accordo: l’editore si impegnasse a pagare uno stipendio subito ma senza rassicurazioni sul futuro. Una proposta non presa in considerazione dai lavoratori. Nel pomeriggio si era confezionata la seconda proposta: il pagamento di uno stipendio e mezzo (la metà del credito), ma con la necessità di temporeggiare ancora per dieci giorni.
I giornalisti, i tecnici e gli amministrativi già da mesi avevano accettato di ridurre lo stipendio con un accordo di contratto di solidarietà che aveva scongiurato il rischio di quattro licenziamenti. Ma non si era arrivato ad ulteriori accordi. Anzi i distinguo sono proseguiti: Per la mediazione del Prefetto si chiedeva ai lavoratori di smantellare il sit-in. Richiesta accettata dai lavoratori con l’impegno, qualora non si arrivasse ad alcun accordo, di tornare in strada per manifestare anche nei prossimi giorni. Un tira e molla più che sofferto, oltrechè meditato, che comunque non ha trovato alcun accoglimento, neppure di una terza proposta : ricevere subito una mensilità e aspettare per le altre due lo sblocco del pagamento dei crediti vantati dall’emittente con lo Stato ( 2 milioni di euro ). Proposta ritenuta inaccettabile dai lavoratori che evidentemente continueranno a manifestare.