Sardegna: spesa pubblica per la cultura come nel nord Italia
L’intenzione del governo regionale è continuare a investire sulla cultura, in quanto la tradizione sarda è unica e non imitabile
La spesa pubblica per cultura e servizi ricreativi è stata sostanzialmente stabile in Sardegna negli anni tra 2000 e 2011, con una media di 168,19 euro pro capite (dato che la avvicina più alle Regioni del nord Italia che a quelle del Meridione). È quanto emerge dalla monografia “I flussi finanziari pubblici nel settore Cultura e Servizi ricreativi – Regione Sardegna”, presentata stamane al Lazzaretto di Cagliari. Curata dal Nucleo Regionale dei Conti Pubblici Territoriali della Regione Sardegna che opera nel Servizio Bilancio dell’Assessorato regionale della Programmazione, la monografia è costruita sulle banche dati dei Conti Pubblici territoriali e arricchita sia con dati Istat e Mibac. Analizza la spesa dei diversi soggetti che operano sul territorio regionale nel periodo 2000-2011 con l’intento di costruire un quadro dettagliato della domanda e dell’offerta culturale in Sardegna.
La stabilità della spesa pubblica in Sardegna è dovuta sia all’incidenza dei Fondi Strutturali comunitari e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex Fondo per le Aree Sottoutilizzate), soprattutto fino al 2009, sia “al quadro di potestà legislative statutariamente attribuite, cui è corrisposto un ammontare di entrate da compartecipazioni erariali tale da consentire un costante e nutrito (in confronto ad altre regioni) apporto di risorse proprie”. La parte del leone la fanno le amministrazioni locali, alle quali la Regione, con vari interventi, ha attribuito gran parte delle competenze di attuazione e gestione per quello che riguarda beni culturali, cinema, sport e spettacolo. La spesa pubblica ha portato indubbiamente dei risultati. Infatti, si legge, negli anni tra 2000 e 2011, la fruizione culturale rilevata in Sardegna è cresciuta: su questo incide “il miglioramento del grado di istruzione della popolazione (crescita del capitale umano), ma un sicuro contributo è stato apportato anche dal miglioramento qualitativo della spesa pubblica in Sardegna, sia in termini di interventi, sia in termini di professionalità dell’offerta”. Segnali incoraggianti, ma che esortano a fare ancora meglio secondo gli esponenti della giunta regionale che hanno partecipato alla presentazione.
Per l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci, infatti, “l’intenzione del governo regionale è continuare a investire sulla cultura, che è un tema centrale del nostro programma: è la rappresentazione della nostra identità, qualcosa che non ci possono copiare. Per questo dobbiamo valorizzare e coinvolgere tutti i livelli e mettere in rete il sistema culturale sardo. Attorno agli attrattori culturali e turistici, con un progetto che ha una visione strategica, possiamo costruire il rilancio delle città e delle zone interne dell’Isola. Perché ora abbiamo l’opportunità di far diventare Cagliari capitale europea della cultura 2019, ma il nostro lavoro deve andare al di là di scadenze come questa. Ed è importante avere a disposizione analisi precise e rigorose come quella che presentiamo oggi, che permettano di ragionare su quanto è stato fatto, fare paragoni con altre esperienze e costruire politiche più efficaci”. Anche per l’assessore del Turismo Francesco Morandi, “la Regione investirà in maniera crescente sul turismo culturale, soprattutto per intercettare nuovi flussi e valorizzare le nostre eccellenze che non sono solo naturalistico-paesaggistiche ma anche culturali. Vogliamo dare sostegno in chiave turistica alle iniziative identitarie, che possono dare una grossa spinta allo sviluppo dei territori”. Infine la titolare dell’assessorato della Cultura Claudia Firino conclude: “Non possiamo accontentarci delle politiche di mantenimento che sono state perseguite finora. Hanno portato risultati e hanno tutelato i livelli occupazionali del settore culturale, e questo è indubbiamente positivo.
Ma ora abbiamo necessità di rilanciare gli investimenti, focalizzare gli interventi e attuare le normative esistenti, che spesso sono buone ma sono rimaste lettera morta per tanti aspetti. In particolare penso alle legge regionale 14 del 2006, quella che regola gli interventi in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura, inattuata soprattutto nella parte sulla programmazione. Il piano triennale non è mai stato realizzato: noi abbiamo iniziato invece a prepararlo e contiamo di condividerlo quanto prima con gli operatori culturali e presentarlo entro fine anno”. Alla presentazione dello studio è seguita una tavola rotonda coordinata da Franco Sardi, direttore generale dell’Assessorato regionale della programmazione e bilancio. Per presentare i più recenti esempi di investimenti pubblici in ambito culturale e ricreativo sono intervenuti Enrica Puggioni, assessore comunale di Cagliari della Cultura, Anna Paola Loi per la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna, il sindaco di Mamoiada Graziano Deiana e il ricercatore del CRS4 Enrico Gobbetti. Infine gli interventi dei cosiddetti “testimonial”.
Tra questi Max Sirena, skipper di Luna Rossa, che ha scelto Cagliari come propria base di allenamento per la prossima Coppa America di vela. Sirena ha sottolineato l’importanza della sinergia tra pubblico e privato: “Uno sport come la vela è una grande occasione di sviluppo e di indotto per una città come Cagliari: non solo per il turismo ma soprattutto perché si tratta di uno sport che mette insieme scienza, ricerca, ingegneria, infrastrutture e competenze tecniche. In Sardegna abbiano scoperto un potenziale in questo senso che neppure i sardi sanno di avere. Nelle prossime settimane incontreremo CRS4 e la facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari”. La versione interattiva delle Monografie CPT edizione 2013 è disponibile all’indirizzo: http://www.dps.gov.it/it/cpt/Le_pubblicazioni/Le_Monografie_CPT/La_Monografia_2013/index.html