Sardi sempre più vecchi e poveri
L'opinione di Uccio Pias
Sardi sempre più vecchi e poveri. Nell’isola 426 mila pensionati, un quarto degli abitanti ha più di 65 anni. Nell’INPS crescono i sussidi per i disoccupati: accolto il 92% delle domande presentate. Un’economia debole rappresentata da una povertà diffusa e da un progressivo impoverimento della popolazione: il 48 % é infatti concentrato nell’area Cagliaritana, mentre il restante 52% è disseminato su tutto il territorio. Gli importi medi delle pensioni poi, sono ben più bassi rispetto alla media nazionale. La Sardegna è notoriamente terra di centenari (Perdasdefogu record delle donne con la famiglia Melis, Villagrande Strisaili record centenari da parte degli uomini !) ma questo significa anche un persistente invecchiamento dei suoi abitanti: oggi oltre il 26% dei sardi ha più di 65 anni.
Senza dimenticare soprattutto le poche nascite, la costante e persistente emigrazione giovanile in Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, etc etc, dove c’è una piena occupazione accompagnata da un più lauto guadagno. Poi c’è da tener conto del rapporto tra decessi e nascite che nell’ultimo decennio è passato dal +22% del 2011 al +128% del 2020 e del 2021. È questa, in sintesi, la fotografia del rendiconto sociale regionale 2022 realizzato dall’INPS Sardegna e presentato il 18/10/2023 nella sede di viale Díaz, a Cagliari.
Il report fotografa un contesto sardo molto diverso rispetto alle altre regioni italiane. La Sardegna ha si un tasso di longevità, prima detenuto dal Giappone e America, tra i più alti al mondo, ma ha anche un tasso di vecchiaia che è del 2% superiore rispetto alla media nazionale. Questo significa tante pensioni, tante prestazioni d’invalidità. Per questo l’attività dell’INPS deve essere adattata al contesto sardo, garantendo omogeneità trattamento tra tutti i cittadini, che siano essi sardi, siciliani, campani, laziali o lombardi.
La Sardegna volenti o non volenti è un’isola di super pensionati. Eppure nell’isola, dove quasi un terzo percepisce una pensione, gli importi sono inferiori rispetto a quelli del resto d’Italia. Sono 426 mila quelle erogate tra invalidità, vecchiaia, superstiti. E 125 mila circa, invece, le prestazioni per invalidità civile in pagamento. Questo dipende dal contesto socio-economico e produttivo di base, siamo insomma in una regione in cui un’elevata percentuale di attività produttiva è di natura artigianale e agricola, con tante micro-aziende da 1 a 9 dipendenti e quasi spesso nei maggiori casi equipollenti con retribuzioni più basse.
Il quadro degli ammortizzatori sociali, evidenzia un aumento dei beneficiari della misura dovuto soprattutto ad un aumento delle domande del cosiddetto Naspi: nel 2022 é stato accolto il 92.48% delle istanze presentate. Ma i dati del mondo del lavoro relativi al 2022 sono anche il riflesso della fine della pandemia. Il PIL pro-capite seppur inferiore alla media nazionale, é in aumento a fronte di una riduzione del tasso di disoccupazione. Si riscontra sia un aumento del tasso di disoccupazione che del tasso di inattività e una forte riduzione della spesa per la tassa e cassa integrazione.
In generale i dati sull’andamento occupazionale rilevano per la Sardegna un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni. Nel 2021 è stato pari a 16.842 e nel 2022 invece è stato di 7.939, questa tendenza è confermata non solo in generale a livello regionale, ma anche nelle singole province. Insomma nel 2022, rispetto al 2021, c’è stata una tendenza in crescita che abbraccia tutti i generi e tutte le tipologie contrattuali.
Ad Maiora
Uccio Piras