Sassari, migranti lavorano gratis per dare nuova vita al parco della casa di riposo per anziani
Nell'istituto di via Pasubio otto giovani migranti lavorano gratuitamente per dare nuova vita al parco della struttura.
Sono entrati in punta di piedi e, con molto rispetto e tanta educazione, si sono messi a disposizione gratuitamente degli ospiti di Casa Serena per sistemare il parco che circonda la struttura di via Pasubio. Sono gli otto giovani migranti dei centri di accoglienza di Sassari che, già da qualche settimana, sono all’opera nella casa di riposo per anziani. Stanno potando piante, ripulendo i sentieri e le siepi quindi, con grande impegno, stanno aggiustando alcune panchine ormai malandate. Con loro anche gli anziani di Casa Serena che li hanno accolti con entusiasmo. Una vera e propria “sinergia” tra generazioni e realtà diverse tra loro. Da una parte chi è nel fiore degli anni e, dopo mille difficoltà e drammi personali, è arrivato su una nuova terra che li ha accolti. Dall’altra chi, facendo tesoro della propria saggezza ed esperienza passata, è pronto a trasmettere calore, accoglienza, conoscenza e anche qualche segreto su come curare le piante, rivitalizzarle o fare piccoli e utili lavori di manutenzione edile o di falegnameria.
Il progetto di integrazione nasce da un’idea condivisa tra l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Sassari e la cooperativa sociale Sdp Servizi che si occupa di gestire i centri di accoglienza in città. È proprio quest’ultima a raccogliere le intenzioni dei giovani migranti i quali, da una parte, sentono in animo la volontà di fare qualcosa di utile per la città che li ha accolti e, dall’altra, di trovare un diversivo alla noia. Una positiva “voglia di fare” che si incrocia con l’esigenza dell’amministrazione comunale di dare decoro al parco esterno di Casa Serena, oltre che creare occasione di socializzazione per gli ospiti, aprire il parco anche ai cittadini e dare vita a momenti di integrazione per i giovani migranti.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Casa Serena, alla presenza dell’assessora alle Politiche sociali Monica Spanedda, dell’assessore all’Ambiente Fabio Pinna, della responsabile della struttura Barbara Fozza, della referente per la Sdp Servizi Angela Laconi e del presidente della consulta comunale degli immigrati Carlos Cardini. «Hanno voluto fare un regalo alla nostra città che li sta ospitando – ha detto l’assessora comunale alle Politiche sociali Monica Spanedda – e, in maniera volontaria e gratuita, si sono messi a disposizione della nostra struttura. Un lavoro impegnativo che li vede all’opera tutti i giorni, assieme agli ospiti di Casa Serena». «È un progetto con grande valore aggiunto – ha detto l’assessore Fabio Pinna – che parla di integrazione e accoglienza, di incontro tra generazioni. Non potevamo che partecipare. Ci avete regalato un pezzo di cultura e speranza per questa città».
I giovani sono stati selezionati dai gestori del centro, «ma molti di più avrebbero voluto partecipare all’iniziativa», hanno fatto sapere dalla Sdp Servizi. Quattro arrivano dalla Costa d’Avorio, uno dal Senegal, un altro ancora dalla Repubblica di Guinea o Guinea Conakry quindi due dalla Nigeria. I più giovani, sono due, hanno 18 anni mentre i più grandi hanno rispettivamente 30 e 34 anni e per gli altri l’età varia tra i 19 e i 25 anni. Si tratta di giovani in attesa di una risposta da parte della commissione territoriale per i migranti di Cagliari in relazione al riconoscimento di protezione internazionale in Italia.
Sono tutti ospitati in tre centri di accoglienza di Sassari, in quello di via Planargia, al Pime di via Solari e al Pagi di via Predda Niedda. Alcuni hanno un titolo di studio, chi una laurea e quasi tutti hanno affrontato un percorso che, nella loro terra di origine, li ha portati a lavorare la terra. Qui si confrontano con chi, pur avanti negli anni, ha ancora tanta voglia di fare e di trasmettere le proprie competenze. I giovani migranti il martedì e il giovedì iniziano il loro lavoro alle 9 per concluderlo alle 17. Il lunedì, il mercoledì e il venerdì, invece, la mattina frequentano un corso di lingua italiana e dalle 12 sino a sera si dedicano al parco di Casa Serena.
Per i migranti il progetto diventa anche un’occasione per fare esperienza, magari anche un’opportunità per “saggiare” il mercato e creare una cooperativa di servizi e che si dedichi agli orti sociali. Un’attività che certo non entra in conflitto o in concorrenza con altre sul territorio, sul quale anche loro vedono un futuro e una loro autonomia. Il progetto è svolto anche con il contributo dell’assessorato Politiche ambientali e verde che garantisce la supervisione e ha messo a disposizione alcune attrezzature da lavoro, quindi con quello della Coopas che offre ai giovani il pranzo, dell’associazione Mama Terra e di Theatre en vol.