Sassari, restaurato il portone della chiesa di Sant’Antonio abate
I lavori, avviati a luglio grazie a un contributo del Comune di Sassari, si sono conclusi prima di Ferragosto.
È stato restaurato con il contributo del Comune di Sassari il portale in legno della chiesa di Sant’Antonio abate. I lavori, iniziati ai primi di luglio, sono stati completati alcuni giorni prima della Discesa dei Candelieri per dare a fedeli e turisti la possibilità di ammirarlo.
Il portale, realizzato oltre cento anni fa, non subiva un restauro da almeno cinquanta anni e presentava fessure e spaccature, dall’alto verso il basso, che ne minavano ormai la sua bellezza. Il portone è costruito in legno di castagno, è alto circa 4 metri e 20 centimetri e largo circa 3 metri.
A segnalare la necessità di un intervento è stato il priore dell’arciconfraternita dei Servi di Maria Mario Dau. Sono state necessarie quindi quattro tipi di azioni, realizzate grazie a un progetto di restauro fatto dalla ditta “Il Cortonese” di Sassari, approvato dalla Soprintendenza quindi seguito dalla responsabile Laura Donati e dal capo restauratore Pietro Usai.
Il Comune di Sassari, con l’assessorato ai Lavori pubblici, ha quindi risposto alla richiesta di “aiuto” e ha messo a disposizione dell’arciconfraternita un contributo di circa seimila euro per la realizzazione del restauro conservativo.
«Abbiamo dovuto prima ripulirlo dalla sporcizia che si era accumulata in questi cinquant’anni – spiega il restauratore Sergio Gnozzi – quindi abbiamo iniziato a chiudere le spaccature che si presentavano nella parte esterna».
Davanti al portone di ingresso è stato posizionato un telo bianco per consentire ai restauratori di lavorare e proteggere il portone dal sole. Le grandi porte, infatti, non sono state spostate e si è dovuto lavorare in loco. «Questa è stata la parte più difficile – prosegue Sergio Gnozzi – è abbiamo dovuto lavorare in verticale. Le fessure sono state stuccate, quindi abbiamo dato un’altra ripulita e nutrito il legno con due mani di olio paglierino. Successivamente, è stato necessario stendere un impregnante, per dare una maggiore protezione al legno».
Per il restauratore, a conclusione dei lavori, è stata una bella soddisfazione e orgoglio aver ridato vitalità a una vera e propria “opera d’arte”. «Il portone – racconta ancora Sergio Gnozzi – oltre ad avere più di cento anni fu realizzato dalle abili mani dei fratelli Clemente, storici falegnami di Sassari».