Sbarco migranti, Arru: “Pronti ad affrontare l’emergenza”
L'assessore regionale della Sanità spiega le operazioni operazioni di soccorso e controllo per la ricezione del più alto numero di profughi mai sbarcato nell’Isola
“In questo momento è necessario evitare le polemiche e attivare, in maniera efficiente e solidale, tutte le forze del sistema regionale sardo per accogliere 900 migranti che hanno bisogno d’aiuto, dopo aver lasciato il loro Paese rischiando la vita”. A dirlo è l’assessore della Sanità Luigi Arru spiegando come siano state organizzate le operazioni di soccorso e controllo, per la ricezione del più alto numero di profughi mai sbarcato nell’Isola.
Il Sistema sanitario sardo, sotto il coordinamento della Prefettura di Cagliari e della Presidenza della Giunta regionale, in accordo con la Protezione Civile, si è attivato per organizzare le operazioni di assistenza nel Porto Canale di Cagliari, dove circa 900 persone, tra adulti e bambini, sono sbarcati da una nave militare tedesca che li ha soccorsi in mezzo alle onde del Mediterraneo.
Per una prima valutazione sulle condizioni di salute, sarà a disposizione una squadra di 16 medici (12 dedicati alle visite degli adulti e 4 pediatri) e 10 infermieri, che potranno operare in ambulatori mobili predisposti dalla Protezione civile, contemporaneamente con le procedure di identificazione effettuate dalle forze di polizia. “Stiamo cercando di ridurre al minimo il rischio a livello sanitario – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru – intervenendo tempestivamente. Ripeto, non è il momento di creare panico: siamo pronti per la gestione di eventuali emergenze grazie alle autoambulanze medicalizzate del 118”.
A coordinare le procedure sanitarie nel porto è Silvana Tilocca, direttore del Dipartimento Igiene della Asl 8, esperta di medicina delle migrazioni. Tutti gli ospedali di Cagliari e della Sardegna sono stati preallertati, nel caso fosse necessaria una assistenza di secondo livello, in ragione del fatto che molti viaggiano da circa una settimana in condizioni disagiate.