Schiaffi alle urne: affluenza scarsa anche in Sardegna.
Il banco di prova è arrivato. Le Amministrative in Italia sono la dimostrazione dell’esasperazione ormai alle stelle della gente che si è trovata a frequentare i seggi elettorali con la stessa frequenza di quando va a comprare il pane. E il risultato stavolta è stato disastroso. Facciamo due calcoli. Dopo cinque anni, gli aventi diritto hanno deciso di non recarsi alle urne, per una percentuale di elettori par al 6,5 per cento rispetto alle comunali del 2008. Nella prima giornata elettorale aveva già votato oltre la metà dell’elettorato (precisamente il 53,3 per cento), ieri, la percentuale era ferma al 46,8 per cento dei 118 mila aventi diritto. E in Sardegna non si contano le vittime, cosa che invece è successa a Roma, ad esempio, dove il venti per cento in meno di elettori ha deciso di dire no al voto ed è rimasto a casa. Schiaffi, sonori schiaffi morali che dimostrano quanto la gente sia stanca di un governo che non li rappresenta e non li tutela.
E dopo un sussultuoso ingresso in Parlamento, anche il movimento cinque stelle ha perso consenso, diciamo pure ha declinato l’entusiasmo dei più. Caso eclatante Iglesias che non è riuscita a creare una lista e non ha nessun candidato sindaco. E anche l’affluenza è senza ombre ne dubbi: dal 52,9 per cento delle precedenti comunali, al 41,7 di ieri: oltre 11 punti in meno. Macomer stroncata dalla crisi industriale, ha segnato una partecipazione al voto di sette punti in percentuale in meno, messa a dura prova anch essa da crolli aziendali e chiusura di ditte storiche. Se diamo un occhiata nel Sulcis iglesiente, il dato del 10 per cento in meno non desta sorprese. Anzi, è dimostrazione di un totale diniego alle urne, una chiara lontananza della gente dal potere, non si tratta più di disaffezione alla politica ma di una vera ribellione ai meccanismi di un governo che non è più un governo.
Astensione record, non ci nascondiamo sotto la sabbia come gli struzzi, si tratta di un flop clamoroso. Il trionfo del non voto ha reso trasparente un astensione che non è arrivata con un fulmine a ciel sereno, anzi. In molti comuni per altro c’è stata una dispersione incredibile a causa delle candidature numericamente spropositate rispetto al numero degli abitanti, creando quel fenomeno di adesione al parentado più che al legittimo voto di scelta. Ma queste cose purtroppo accadono da sempre. Gli unici che invece possono festeggiare sono i sindaci dei piccoli comuni come Boroneddu, Modolo, Simala e e Villa Verde e di Collinas, tutti riconfermati dopo la prima legislatura.