Scontro tra Regione e Governo sul Piano paesaggistico
Più che di bocciatura, come quella arrivata nei giorni scorsi da Legambiente, si tratta di un braccio di ferro tra Cappellacci e Governo per il Piano Paesaggistico. Il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti ha annunciato l’intenzione di impugnare il piano della giunta regionale davanti al Tar e di proporre un ricorso alla Corte Costituzionale “basato sul conflitto di competenze tra Stato e Regione con contestuale richiesta di sospensiva della validità”. Per il sottosegretario del governo Letta la sospensiva sarebbe necessaria per evitare la coesistenza del Piano paesaggistico regionale del 2006 e quello attuale, “spesso dissonanti tra loro”, ma anche per motivi più profondi. “Il presidente della Regione Sardegna Cappellacci ha dichiarato guerra alla Soprintendenza e dimenticando le linee del piano di chi lo ha preceduto, Soru, sta rapidamente consegnando l’isola ad una visione che prevede un aumento gigantesco e capillare di costruzioni del quale si vedono già i primi effetti – ha attaccato la Borletti in una lettera pubblicata su La Stampa – La scusa è sempre la solita: con la gravissima crisi economica, che in particolare in Sardegna sta uccidendo l’economia delle famiglie, non si può certo rinunciare all’opportunità di uno sviluppo almeno dell’edilizia”. Per il sottosegretario ai Beni culturali, insomma, si andrebbe incontro ad una distruzione del paesaggio che “toglierebbe alla Sardegna la sua eccezionalità, che se valorizzata sarebbe un volano di sviluppo a lungo termine”. A poche ore di distanza dalla lettera della Borletti, è arrivata la seccata replica di Ugo Cappellacci. Secondo il presidente della Regione l’intervento del sottosegretario è “un’ulteriore conferma che la nostra denuncia circa l’esistenza di un pregiudizio politico e di un’indebita ingerenza in quelli che sono passaggi tecnici era fondata”. Da parte di Cappellacci l’intenzione di andare sino in fondo: “La Regione non ha dichiarato guerra a nessuno, ma ha compiuto in percorso partecipato, legittimo e ha cercato la leale collaborazione istituzionale anche laddove non era tenuta. Una collaborazione venuta meno da parte del governo per motivi che ora risultano chiari a tutta l’opinione pubblica. Non intendiamo abdicare alle nostre funzioni né rinunciare alla nostra autonomia. Andremo avanti – ha detto il presidente – perché al contrario di chi contesta le decisioni della Regione non abbiamo niente da rimproverarci”.