Scrittori a piede Lìberos: Francesco Trento ad Alghero
Il 23 luglio l’autore presenterà il suo ultimo lavoro “La guerra non era finita” pubblicato da Laterza
Comincia domani, domenica 20 luglio, da Ales il tour di Francesco Trento per la rassegna Scrittori a piede Lìberos, curata dall’associazione Lìberos. L’autore presenterà il suo ultimo lavoro “La guerra non era finita” pubblicato da Laterza. Primo appuntamento domenica alle 18.30 nella sala convegni di Ales insieme a Walter Falgio, si prosegue lunedì aSassari alle 19 negli spazi della libreria Koinè, mentre martedì, alla stessa ora, Trento sarà a Tempio alla libreria Max 88 insieme a Maria Grazia Pittalis. Mercoledì 23 alle 21, tappa ad Alghero dove Francesco Trento incontrerà i lettori nei giardini Tarragona insieme a Elias Vacca. Si prosegue a Nuoro giovedì 24 alle 20 ospiti del circolo Ramirez (via Roma 15) e si conclude ad Armungia venerdì 25 alle 21 nell’Ex casa del segretario (Museo storico Emilio e Joyce Lussu) con Walter Falgio.
L’autore. Francesco Trento, oltre a numerosi racconti e reportage, ha pubblicato con Aureliano Amadei Venti sigarette a Nassirya (Einaudi 2005), di cui ha scritto anche la sceneggiatura per il cinema (20 sigarette, miglior film al Festival di Venezia 2010, sezione “Controcampo”). È autore di vari documentari, tra cui Matti per il calcio e Stessa spiaggia, stesso mare. Ha scritto e diretto con Franco Fracassi Zero, inchiesta sull’11 settembre.
Il libro. La guerra non era finita (Laterza). Milano, estate 1945. In una città annichilita dai bombardamenti e dalla fame, un gruppo di ex partigiani riprende le armi. La prospettiva è di farsi trovar pronti se la rivoluzione dovesse proseguire il suo cammino. Ma la spinta immediata, il pungolo all’azione, è il desiderio di stanare i fascisti impuniti, trovare quelli che sono sfuggiti al giusto castigo, e pareggiare finalmente i conti. I partigiani della Volante rossa sono giovani, giovanissimi. La maggior parte non ha neanche vent’anni. E sono pochi, non più di cinquanta. Nonostante questo, sotto la guida di Giulio Paggio, il ‘tenente Alvaro’ della 118a brigata Garibaldi, in meno di tre anni questi uomini si guadagneranno una fama che spesso si tramuta in leggenda. Tutti li chiamano: gli operai per difendere le fabbriche occupate dalla polizia, il Pci per il servizio d’ordine e la vigilanza notturna alle sedi minacciate dal neofascismo armato. E qualche dirigente milanese per il lavoro sporco. Milano, 16 luglio 1948. Il momento sembra arrivato: Togliatti è in un letto di ospedale, colpito da tre colpi di pistola. In tutta Italia partigiani e operai si armano: è un nuovo delitto Matteotti, il fascismo sta tornando. A Milano un camion si dirige verso la caserma dei carabinieri, carico di partigiani, armati di mitra e panzerfaust, intenzionati a farne ‘un fuoco solo’. Un esponente di spicco del Pci milanese riesce a fermarli in tempo, prima che scatenino una guerra. Su quel camion c’è la Volante rossa. Al completo? O gli uomini di Paggio non sono i soli partigiani armati? Il Partito comunista li disconosce davvero, come fa dopo l’arresto di molti suoi componenti nel 1949, o invece li utilizza e li spalleggia? Grazie a testimonianze inedite, l’Autore ricostruisce le gesta dei cinquanta uomini della Volante rossa, ma anche e soprattutto il contesto: il sanguinoso dopoguerra, una guerra civile che non finisce il 25 aprile ma si trasforma in scontro clandestino tra gruppi neofascisti e organizzazioni partigiane.