«Senza qualità ambientale e urbana non c’è qualità della vita»
L'opinione di Luciano Solinas, presidente del comitato di Quartiere di Fertilia
Nei giorni scorsi un’altra sommità della chioma di una delle storiche palme della via Pola a Fertilia è rovinata al suolo rischiando di travolgere qualche ignaro ed incolpevole passante. E un altro nastro bianco e rosso, da allora, preclude il passaggio e l’utilizzo del marciapiede. Fortunatamente per questo episodio uno scampato pericolo, dopo che qualche mese fa un pesante ramo di pino è caduto sfiorando dei bambini all’uscita della scuola materna di via Orsera, l’ultimo di una lunga lista di accadimenti che altro non lasciano se non la base del tronco dell’ennesimo albero abbattuto, ormai troppo tardi per qualsiasi differente intervento che non fosse l’obliterazione dell’ennesimo importante tassello del verde urbano. Destino beffardo per quella Fertilia “città giardino” progettata, e realizzata nella trama viaria, dall’ingegner Arturo Miraglia nel 1935 ispirandosi alle green town inglesi teorizzate dal famoso urbanista Ebenezer Howard.
Da ormai ottant’anni le vie e le piazze alberate, insieme alla pineta urbana di rispetto tra il nucleo primigenio e la strada statale per Porto Conte, rendono la Città di Fondazione di Fertilia un ulteriore unicum dal punto di vista del verde storico – progettato e realizzato – che merita ed esige la tutela e salvaguardia previste per il Centro di Antica e Prima Formazione dalla lettera c) dell’articolo 64 del Piano Paesaggistico Regionale, ove è prescritto di “prevedere il piano del verde urbano quale parte integrante della pianificazione urbanistica generale e attuativa”. Nonostante ciò, molti di quegli alberi anche di recente sono stati tagliati dall’Aeronautica Militare lungo via dell’Istria, senza nuove piantumazioni di specie e dimensioni consone alla valorizzazione dell’abitato e delle stesse case dell’Aeronautica; Aeronautica Militare che particolare attenzione e rispetto dovrebbe continuare a dimostrare e contraccambiare a quella Fertilia accogliente che molto ha dato negli anni al territorio, non ultimo il nome storico dell’aeroporto di Fertilia.
Ad un’Amministrazione che pur tanto sta facendo in emergenza con lo scarso organico impegnato su un territorio Comunale di 225 kmq – con la collaborazione dell’Ente Foreste per le pinete costiere gestite dall’Agenzia Regionale Laore e decimate dall’insetto xilofago tomicus destruens –, e che tanto ancora fa per la lotta al punteruolo rosso – altro insetto che miete con ingordigia l’importante patrimonio di palme –, la cittadinanza sottolinea che non sia abbastanza e che il risultato – sotto gli occhi di tutti –, sia la svilente amputazione dopo la cancrena, invece della fondamentale e continua cura preventiva. E allora quale migliore indirizzo, così come prospettato per un Comune che vive grazie all’accoglienza ed al turismo, se non investire le risorse della tassa di soggiorno nella cura del verde, del decoro urbano e dell’attrattività in chiave turistica volta alla qualità urbana, ambientale e, di conseguenza, qualità della vita dei cittadini di tutto il territorio?
L’invito del Comitato di Quartiere di Fertilia-Arenosu va in questa direzione e sollecita la Struttura e l’Amministrazione guidata dal sindaco Mario Bruno ad implementare gli sforzi per reperire fondi Regionali e Comunitari vincolati alla valorizzazione dell’importante patrimonio collettivo rappresentato dal verde storico del territorio, convogliando sin da subito i contributi della tassa di soggiorno su una progettazione della gestione del verde che miri, anche attraverso applicativi implementabili sui sistemi informativi geografici presenti nella struttura Comunale, alla pianificazione fito-sanitaria continua degli interventi e ad una nuova piantumazione sostitutiva con specie vegetali autoctone compatibili con il climax locale, con l’ottimizzazione dei consumi idrici – invece che sprecare l’acqua sversandola e danneggiando la laguna del Calich –, con il contenimento delle spese di potatura, ma anche con il rispetto della funzionalità dei marciapiedi, del manto stradale e dei sotto-servizi.
Un’inversione di rotta rispetto al faraonico progetto da sei milioni di euro dell’Amministrazione Tedde che di verde, ad Alghero, ha lasciato solo parchi non manutenuti, oltre alle tasche dei cittadini e delle imprese locali. In ultimo, considerato il proliferare di insetti estranei al territorio, un particolare invito è rivolto a valutare la ripresa e programmazione compatibile e mirata degli interventi e trattamenti effettuati tempo addietro dal Centro Regionale Anti Insetti; trattamenti che andranno via via a scemare nel tempo se si reintrodurranno specie autoctone e diversificate, immuni a determinate problematiche. L’alternativa, più comoda ma indegna di una città turistica, è continuare a fare rattoppi di emergenza su alberi e palme già malati e pericolanti, nella speranza che, anche la prossima volta, non travolgano e uccidano alcuno.