Servizio mensa, al via piano di recupero delle morosità

Il comune di Sassari lancia un appello alle famiglie che usufruiscono della ristorazione scolastica.

«Vogliamo continuare a garantire la continuità del servizio di ristorazione per tutte le bambine e i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia e le primarie con il tempo pieno. Per questo, chiediamo alle famiglie che devono ancora mettersi in regola con i pagamenti di farlo al più presto». È l’appello che arriva dall’assessorato alle Politiche giovanili, educative e sport del Comune di Sassari che nei giorni scorsi ha completato un accurato controllo sulla regolarità dei pagamenti del servizio di mensa scolastica.

Il Settore di via Venezia ha avviato un piano di recupero delle situazioni debitorie degli anni scorsi e del corrente anno scolastico. Ha spedito per posta raccomandate e inviato un sms di avviso sul numero di cellulare indicato dalle famiglie nella domanda di iscrizione al servizio. La ristorazion scolastica è nata con la finalità primaria di agevolare la frequenza nella scuola dell’obbligo e lo svolgimento delle attività didattiche anche nell’orario pomeridiano. Un servizio che ogni giorno consente di servire circa 5mila pasti, distribuiti su cinque circoli didattici e sei istituti comprensivi per un totale di 46 plessi. In otto mesi di servizio ristorazione, cioè da ottobre a maggio, sui tavoli delle mense scolastiche arrivano circa 800mila portate. Una cifra elevatissima che dà il senso di un servizio che al Comune costa quasi 4 milioni di euro all’anno. Si capisce la difficoltà davanti a una serie di mancati versamenti da parte delle famiglie.

E i numeri mettono in chiara luce la situazione che il Comune di Sassari si trova a fronteggiare. Tra scuole dell’infanzia e primarie, sono 4.971 i piccoli utenti che ogni giorno, per cinque giorni a settimana, mangiano a scuola. Su circa 1.250.000 euro annui di incassi previsti dalla compartecipazione delle famiglie, nelle casse del Comune sono entrati soltanto 350mila euro. All’appello mancano ancora 900.000 euro. Secondo i dati a disposizione del Settore Politiche educative, per gli anni 2014, 2015 e 2016, il 92,40 per cento delle famiglie che usufruiscono del servizio, cioè 3.294, sono morose parziali. A queste si aggiungono 488 famiglie morose totali.

«In un momento in cui le casse degli enti locali soffrono per mancanza di liquidità – afferma il primo cittadino di Sassari Nicola Sanna – è importante richiamare l’attenzione delle famiglie sassaresi su questa situazione. Si tratta di una compartecipazione prevista per legge, e chi usufruisce del servizio non può sentirsi esentato pur avendo un reddito sufficiente. Non stiamo parlando, perciò, di famiglie in difficoltà economica ma di famiglie distratte che hanno scordato di saldare il loro impegno».

I mancati pagamenti creano un problema di bilancio generale che potrebbe tradursi o in una riduzione del servizio o in un aumento delle tariffe. «È urgente fare un piano di rientro – afferma l’assessora Maria Vittoria Casu – perché ne va della continuità del servizio mensa. Le famiglie possono prendere contatto con i nostri uffici per definire le modalità di pagamento».

Ampia disponibilità da parte dell’amministrazione comunale quindi, perché si vuole mantenere questo importante servizio che rappresenta un valido supporto per le esigenze delle famiglie nelle quali i genitori lavorano tutto il giorno, oltre che un importante momento educativo, sia per gli aspetti di cura nutrizionale sia per gli aspetti psico-affettivi e ambientali.

Il servizio ristorazione nella scuola è un servizio a domanda individuale che prevede la compartecipazione del cittadino attraverso una quota che viene stabilita con criteri trasparenti. La presentazione dell’attestazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) consente l’individuazione di sei fasce contributive: la più elevata, la A, paga 4,9 euro a pasto, la una più bassa, la F, versa 0,47 euro a pasto. Sono poi previsti casi di esenzione che, dai dati del Settore Politiche educative del Comune di Sassari, interessano 272 famiglie.

 

31 Marzo 2016