Sulla Vinyls di Porto Torres un silenzio tombale
Lo chiedono con una mozione ventinove consiglieri regionali: praticamente tutto il centrosinistra più Capelli (Api) e Mulas (Upc). Sulla crisi del polo chimico di Porto Torres è calato il silenzio, «dopo che si sono spenti i riflettori sulla protesta attuata dai lavoratori con l’occupazione dell’Isola dell’Asinara, ribattezzata L’Isola dei cassintegrati, ribalta di cui hanno goduto politici, sottosegretari e ministri, purtroppo senza nessun esito favorevole per la Vinyls nonostante l’abbondanza di promesse di imminente soluzione», si legge nel documento.
La Regione e i suoi rappresentanti istituzionali non possono stare a guardare secondo i firmatari della mozione che sollecitano la partecipazione del presidente Cappellacci e della giunta regionale al completo all’incontro tra ministero e amministrazione controllata del 17 settembre «insieme ai sindaci di Sassari, Alghero e Porto Torres e al presidente della Provincia di Sassari». Inoltre, chiedono ancora i consiglieri di minoranza, che la Regione ottenga dal ministero l’attuazione di «ogni azione che arresti il degrado degli impianti, al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico».
Per richiamare l’attenzione su questa vicenda, prima del vertice al ministero dello Sviluppo economico, la mozione impegna il presidente della Regione Cappellacci e la giunta regionale a promuovere, insieme ai sindacati, ai lavoratori e alle istituzioni locali una grande assemblea nello stabilimento Vinyls.
«È in gioco,- sottolinea il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Bruno – il mantenimento dei livelli occupativi e la permanenza in Sardegna di una presenza industriale significativa per la forte integrazione esistente tra gli stabilimenti del Nord Sardegna e l’area chimica di Assemini».
C’è anche un problema di sicurezza degli impianti, che «versano ormai in uno stato di desolante abbandono e degrado», nonostante che «i lavoratori dello stabilimento Vinyls abbiano garantito il presidio e la bonifica degli impianti». Tuttavia, «dal mese di maggio non ricevono lo stipendio e dal 9 giugno è scaduta la cassa integrazione e il Ministero dello sviluppo economico non si è ancora pronunciato sulla proroga».
L’occasione, secondo il primo firmatario della mozione, «consentirà di affrontare complessivamente in aula la più ampia vertenza Sardegna e di concentrarci in particolare sulla crisi del sassarese, che richiede soluzioni strutturali, più unità e autorevolezza nei confronti del Governo centrale e più determinazione nell’individuare nuovi percorsi di sviluppo»