Stistema fognario algherese, il Wwf chiede una Commissione d’inchiesta pubblica

Il Wwf chiede l’istituzione di una Commissione d’inchiesta comunale formata da componenti, a titolo gratuito, aperta a tutti i portatori di interessi diffusi, le istituzioni e consiglieri comunali di maggioranza e minoranza per gettare uno squarcio di luce sul sistema fognario di Alghero

L’associazione ambientalista ritiene che per sbrogliare la matassa sia necessario prioritariamente acquisire i documenti e le relazioni del lavoro di controllo e di alta sorveglianza svolto dagli uffici comunali sui lavori pubblici eseguiti. «Conoscere bene i fatti aiuta a trovare la giusta soluzione, tutti si devono rendere disponibili perché ciò avvenga. C’è necessità di una cittadinanza attiva che sia consapevole e possa più facilmente contribuire al miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente» – scrive Carmelo Spada, delegato Wwf per la Sardegna.

«Il mare c’è, ma non si può “usare”, è la situazione paradossale nella quale è precipitata l’ex “Porta d’oro del turismo sardo”. Più che una stagione balneare – prosegue Spada – è diventata quella dei divieti dei bagni al mare: in successione, dall’inizio di giugno, in un crescendo parossistico, si assiste a ordinanze che coinvolgono il lungomare Dante, Porto Conte, San Giovanni, Punta Negra. Senza tralasciare le acque torbide di Maria Pia. Questo stato di cose è dovuto alle condizioni delle condotte fognarie? Dove confluiscono le acque nere raccolte all’interno della città? Come vengono utilizzati i vasconi di prima pioggia? Perché i liquami fognari finiscono in mare rendendo impossibile la balneazione»

«La sequenza del ciclo di raccolta e smaltimento finale nell’impianto di depurazione di San Marco dovrebbe essere il seguente: i reflui fognari attraverso le condotte cittadine confluiscano nell’impianto del Mariotti che ha una capacità di pompaggio pari a circa 1300 mc/ora, da qui vengono inviati alla stazione di Monte Agnese e, per caduta, trasferiti al depuratore di San Marco. Questo dovrebbe essere il normale ciclo dei reflui fognari. Nel corso degli anni sono stati spesi milioni di euro pubblici per dotare la città dei servizi per attuare una depurazione efficiente, ma ora sembra di essere ritornati indietro di decenni. Quindi ci domandiamo – insiste l’esponente dell’associazione ambientalista –  dove si inceppa il meccanismo e di chi sono le responsabilità e quindi a chi competono le soluzioni? Quale è il vero stato della situazione? Quale è lo stato dei progetti e quali criticità permangono?»

«Il Wwf – annuncia Spada – si propone di acquisire la documentazione dei lavori pubblici eseguiti per valutare quali azioni siano necessarie intraprendere compreso un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica, qualora i nostri uffici legali ne ravvisassero gli estremi. Lo scopo finale è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura».

«Affinché Alghero possa diventare davvero una città sostenibile sarà necessario percorrere una strada molto lunga e si dovranno realizzare molti strumenti di pianificazione e governo del territorio: piano urbanistico, piano di utilizzo dei litorali, piano di classificazione acustica, aggiornamento del piano del traffico e dei parcheggi, aggiornamento del piano delle radiofrequenze, raccolta Rsu differenziata efficiente, decoro urbano, qualità del verde pubblico, mobilità sostenibile, piste ciclabile, ecc. Tutti aspetti che rientrano nel governo di una città moderna degna di questo nome: perciò, considerata la mole di lavoro arretrato, sarebbe doveroso che il Consiglio comunale, nel mese di agosto, non vada in ferie per cercare di sanare le ferite della città» – conclude l’esponente del Wwf.

31 Luglio 2015