Studenti disabili, nuovo appello dalla Provincia
«I servizi per gli studenti disabili non si toccano, ma perché possano essere garantiti chiediamo l’intervento immediato della Regione per la soluzione di un problema che in tutta la Sardegna rischia di pregiudicare il diritto allo studio di oltre 700 ragazzi e di mettere a repentaglio non meno di 500 posti di lavoro». A due sole settimane dal grido d’allarme lanciato insieme a tutte le componenti del “pianeta scuola” provinciale, l’assessore dell’Istruzione, Rosario Musmeci, rivolge un altro appello al governo regionale, e lo fa insieme ai suoi omologhi delle altre due Province sarde non ancora commissariate, Nuoro e Oristano.
A fronte di una situazione drammatica, che rischia seriamente di minacciare dal prossimo anno scolastico un servizio essenziale come quello dell’assistenza e del trasporto per gli studenti disabili, Rosario Musmeci, Costantino Tidu e Serafino Corrias rilanciano e, numeri alla mano, ripropongono come unica soluzione «che la Regione faccia per intero la sua parte, adeguando le risorse trasferite per quel servizio e facendolo alla svelta – invertendo la tendenza che in questi anni ha visto la giunta Cappellacci erogare sempre meno risorse a fronte di un numero di studenti da assistere sempre maggiore – e promuovendo, nel contempo, la predisposizione di linee guida regionali volte ad uniformare gli standard e le modalità di erogazione del servizio per poter garantire parità di trattamento tra gli studenti disabili ovunque risiedano e qualunque indirizzo di scuola frequentino», per usare le parole con cui lo stesso assessore Musmeci sintetizza il significato dell’ennesima intervento rivolto ala Giunta Regionale.
La vicenda non è nuova. Sin dall’inizio dell’anno scolastico appena trascorso, il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, e l’assessore Musmeci si sono rivolti al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e al competente assessore regionale, Sergio Milia, per denunciare la gravità della situazione e chiedere di adeguare le risorse previste per quel servizio. «I tagli di bilancio patiti dalle Province minacciano il diritto allo studio, deve intervenire la Regione», avevano detto. Numeri alla mano, parlavano di quello che potrebbe succedere nelle scuole del Nord Ovest Sardegna già dal prossimo autunno, ma l’appello rivolto al presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, e all’assessore regionale dell’Istruzione, Sergio Milia, «riguarda l’intero sistema scolastico regionale», precisano Giudici e Musmeci.
«Avevamo spiegato a Cappellacci e Milia che nell’ultimo quadriennio in Provincia di Sassari i beneficiari dei servizi di assistenza sono passati da 67 nel 2008 a 137 nel 2012, mentre quelli che usufruiscono dei trasporti sono aumentati da 40 a 64», ricorda Alessandra Giudici. «Eppure le risorse trasferite da parte della Regione erano pressoché rimaste invariate a 423mila euro, mente il costo del servizio si attestava a 1milione e 221mila euro». Secondo Rosario Musmeci, «quando il 21 novembre del 2012 con la delibera della giunta regionale 46/15 venivano destinati alla Provincia di Sassari 423mila euro per far fronte ai costi relativi all’attivazione del servizio organizzativo ed educativo in favore degli studenti disabili per garantire l’inizio dell’anno scolastico, la Provincia aveva già destinato tutte le risorse disponibili per il settore Istruzione alla copertura dei costi previsti per il servizio, impegnando la relativa quota del bilancio pluriennale, pari a 798mila euro».
La preoccupazione di Alessandra Giudici e Rosario Musmeci è che «dopo le decisioni prese da Roma, la Provincia non dispone più delle risorse necessarie, e se la Regione non interviene a totale copertura dei costi si rischia di negare il diritto allo studio a un numero di studenti che prevedibilmente aumenterà». Il numero di studenti disabili che si appresta a completare il corso della scuola dell’obbligo è superiore a quello degli studenti che finiranno entro quest’anno le scuole superiori. La drastica diminuzione dei trasferimenti dallo Stato alle Province sta complicando la vita dell’ente di piazza d’Italia, alle prese con un bilancio di previsione al quale mancano – come aveva denunciato due mesi fa il presidente insieme all’assessore delle Finanze, Enrico Daga – 23milioni di euro tra esigenze primarie denunciate dai vari settori e risorse realmente disponibili.