Da Surigheddu una voce unanime: «No alla vendita»

Gli indipendentisti chiamano a raccolta il popolo sardo contro la vendita di Surigheddu e Mamuntanas.

Un mese dopo il primo blitz il neonato partito indipendentista Libe.r.u. stamattina (11 Giugno) ha occupato simbolicamente le tenute tra Alghero e Olmedo. La richiesta alla Regione Sardegna è semplice e forte allo stesso tempo: stop immediato alla vendita dei terreni per destinarli alla produzione agroalimentare. «Questa è proprietà del popolo sardo ed è, dunque, vietata la vendita» a dirlo è Pier Franco Devias, portavoce nazionale di Libe.r.u, «il nostro obbiettivo è rilanciare concretamente la produttività agricola in questi 1200 ettari e per farlo dobbiamo bloccare il bando di gara internazionale, perché è qui che si inseriscono gli appetiti speculativi» – afferma.

E sardi che vogliono lavorare questo enorme appezzamento ci sono e si stanno organizzando. Terre Pubbliche, ad esempio, è un’idea rivoluzionaria che dal basso ha messo insieme più di trenta soggetti tra imprenditori del settore, cooperative sociali e professionisti il cui scopo è chiedere la gestione (totale o parziale) delle terre di proprietà pubblica di Surigheddu e Mamuntanas. «Siamo una realtà forte e abbiamo un progetto concreto di rilancio dell’attività agricola, dal grano all’orzo passando per la domesticazione di piante selvatiche edibili con un piano sperimentale che punta a coinvolgere il dipartimento di agricoltura dell’Università di Sassari, l’Istituto Alberghiero di Alghero e il sistema agrituristico del territorio» – afferma Antonio Mura, presidente della Cooperativa Sociale EcoToni e promotore del progetto Terre Pubbliche.

A dar manforte alla lotta di Libe.r.u sono arrivate un centinaio di persone da tutta l’isola, hanno organizzato un sit-in appena dentro il cancello lungo la statale 127bis durante il quale si sono susseguiti una serie di interventi. Tra questi anche quello del capogruppo Pd in consiglio comunale ad Alghero, Mimmo Pirisi che sottolinea come le terre in questione «devono rimanere nella proprietà della Regione Sardegna e date sotto forma di concessione agli imprenditori agricoli ed allevatori. E’ un opportunità che non possiamo perdere» – continua l’esponente democratico – ed è per questo che ho proposto un incontro con l’amministrazione, sindaco, maggioranza e opposizione.»

Sulla questione della gestione dei terreni di Surigheddu stamattina è stata lanciata una pietra nello stagno dell’immobilismo e ora pare che questa stia producendo una serie di cerchi da seguire e sostenere. Le progettualità esistono, i soggetti pronti ad attuarle pure, ora manca solo (si fa per dire) la volontà politica di chi governa.

Valdo Di Nolfo, 11 Giugno 2016