‘Sylva e Stella’, mostra bipersonale di Giusy Calia e Roberta Filippelli
Il 10 novembre 2012, nell’ambito della rassegna Zip – Mostre Lampo che prevede interventi artistici di un solo giorno, inaugura presso la galleria blublauerspazioarte di Alghero la doppia personale di Giusy Calia e Roberta Filippelli intitolata Sylva e Stella, a cura di Daniela Cotimbo.
Il titolo della mostra introduce direttamente all’oggetto della ricerca delle due artiste che focalizzano il proprio sguardo fotografico su personaggi femminili a loro molto vicini. Sylvia e Stella sono due signore mature la cui esistenza è fortemente connotata da piccoli rituali quotidiani e da un’estetica eccentrica ed appariscente. Entrambe le donne sembrano aver combattuto il tempo conducendo uno stile di vita quanto più possibile aderente alla loro individualità. Questa forte affermazione dell’essere ha affascinato le due autrici che con occhio irriverente le hanno immortalate, nei più svariati aspetti del quotidiano evidenziandone lo spirito goliardico e la capacità di mettersi in gioco.
Roberta Filippelli ha fotografato sua zia Stella, corredando i suoi scatti con oggetti e ricordi che hanno accompagnato il percorso alla scoperta di questo personaggio. Stella è una donna fuori dall’ordinario, instancabile esploratrice di terre anche ignote, donna di forte cultura, amante della natura e interessata alla ricerca spirituale (emblematico il terzo occhio che dipinge sulla sua fronte) che investe ogni ambito della sua vita: dal modo di vestire a quello di truccarsi, anche gli ambienti che la circondano sembrano rispondere a questa smania di libertà espressiva, connotati come sono da colori sgargianti e insoliti arredamenti.
Allo stesso modo Sylva, protagonista degli scatti di Giusy Calia, ha una personalità forte e versatile: Giusy la cala in diverse situazioni, anche lontane dal suo modo di vivere, in cui la donna dimostra di trovarsi completamente a suo agio; dotata dalla capacità di rispondere sempre alla sua visione del mondo, persino nel momento della difficoltà, come nel caso degli scatti che la ritraggono durante una degenza in ospedale per malattia, dimostra una prontezza di spirito e una leggerezza inaspettate.
Gli scatti sono ricchi, vivaci, coloratissimi, a tratti persino surreali. Attraverso l’ironia traspare la nostalgia per una dimensione passata, lontana dalle ansie e dalla velocità del tempo presente. Le due fotografe innescano un processo di definizione dell’immagine che partendo dall’apparente resa documentaria si concretizza in una forma sapientemente interpolata, in grado di accentuare il carattere prorompente dei due personaggi. Così gli elementi che corredano l’immagine appaiono determinanti nella comprensione dei soggetti della rappresentazione, si dispongono in maniera sapiente e accattivante dando grande risalto al tema trattato. L’ambiente circostante appare vivo e presente nella scena tanto da amplificare il punto di vista macroscopico sulle figure femminili.
Il messaggio che traspare da queste immagini è che la realtà ha molto a che fare con il nostro modo di percepirla e di renderla quanto più possibile vicina ai nostri desideri, in questo senso, Sylva e Stella, da protagoniste di storie private, diventano emblema di una libertà d’azione che è caratteristica imprescindibile della ricerca individuale.