Tanchis e la maggioranza: «Lubrano si dimetta dal Parco»
Le recenti dimissioni dal CDA del Parco di Gavino Tanchis, a cui hanno fatto eco quelle del consigliere Torre, privano oggi l’Ente dalla guida politica riconducibile alla maggioranza che ha vinto le recenti elezioni. Arrivano così le dichiarazioni del Consigliere comunale, sottoscritte dalla maggioranza:
L’evidente contraddittorietà della Legge Severino, norma intrinsecamente irragionevole che presenta evidenti profili di incostituzionalità, impedisce la nomina del nuovo Presidente del Parco e conseguentemente il rinnovo dell’intero Consiglio di Amministrazione.
Infatti, l’evidente conflitto tra norme (dal momento che la Legge Istitutiva e lo Statuto prevedono che la carica di Presidente possa essere esercitata unicamente da un componente l’Assemblea del Parco, mentre la Legge Severino vieta quanto in precedenza statuito) preclude, di fatto, la possibilità per il rinnovo delle cariche.
La maggioranza si è tempestivamente prodigata per porre rimedio alle difficoltà insorte a seguito della nuova norma, investendo della problematica il Consiglio Regionale che, a breve, porterà in discussione gli opportuni emendamenti alla Legge Istitutiva, modifiche che permetteranno finalmente il rinnovo dei componenti del consiglio di amministrazione, i quali dovranno necessariamente dare un nuovo impulso alla attività politica, portando alla attenzione della assemblea la discussione sulle linee guida del redigendo Piano del Parco.
Si pone in debita evidenza come i componenti il CDA ( Stefano Lubrano, Gavino Tanchis e Toni Torre ), negli anni, abbiano diligentemente e con estrema professionalità svolto il loro ruolo, senza mai ricevere alcun compenso e addirittura alcun rimborso per le spese sostenute nell’esercizio delle funzioni.
Poste le dovute premesse e considerata la necessità di restituire al Parco una guida politica di riferimento, la maggioranza auspica che il Presidente in carica, Stefano Lubrano, in occasione della assemblea convocata per questo pomeriggio, rassegni le dimissioni dalla presidenza affinchè la R.A.S. possa procedere al commissariamento dell’Ente.