Tares, la nuova tassa sui rifiuti che costerà più dell’Imu
Avete pagato l’Imu? Se non l’avete fatto prima del termine ultimo del 17 dicembre potete dare un’occhiata a questo pezzo? Se, invece, avete saldato l’ultima rata della imposta sugli immobili e pensate di poter tirare un sospiro di sollievo, beh, vi sbagliate. I salassi non sono finiti. A gennaio, infatti, fa il suo debutto un balzello nuovo di zecca che si presenta come una annuncia come una vera stangata per le famiglie italiane: la Tares, la nuova tassa sui rifiuti. Questo tributo, previsto già un anno fa dal Decreto Salva-Italia, andrà a sostituire l’ormai obsoleta Tarsu o la Tia e, grazie all’incremento studiato ad hoc, pari a 30 centesimi per metro quadrato dell’immobile, sarà più cara dell’Imu. La tassa si applica a “chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani” si legge ai commi 3, 4 e 5 dell’art. 14 del DL 201/2011 . Ciò vuol dire che non è necessario essere proprietari di una casa per essere annoverati tra i soggetti obbligati al versamento del nuovo tributo.
Pagheremo in media 305 euro – Abbiamo detto che la Tares costerà più dell’Imu. Ma anche più della vecchia Tarsu. Precisamente il 35,7% in più di quanto si pagava con la vecchia imposta, in soldoni 80 euro a famiglia. Facendo due conti, con l’aiuto dell’indagine del servizio politiche territoriali della Uil: la famiglia “media” che abita nella casa “media” ha pagato 275 euro di Imu, ma ne verserà 305 di Tares (la “vecchia” Tarsu si fermava a 225 euro). Ottanta euro (il 37,5 per cento) di spesa in più. In in valori assoluti, infatti, la Tares vale circa 1,9 miliardi di euro in più che si aggiungono ai 7,6 miliardi di euro pagati nel 2012 con le bollette sui rifiuti”. Insomma, commenta Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, “se con l’Imu la stangata è stata certa, la Tares del 2013 non sarà da meno”.
Perché la Tares costa tanto? A cosa è dovuto l’aggravio, ce lo spiega Repubblica. La nuova tassa dovrà rispettare due nuovi parametri. Da una parte dovrà coprire al cento per cento il costo del servizio per le utenze domestiche sostenuto dai Comuni (oggi in media la copertura è del 79 per cento, il resto finisce nel bilancio); dall’altra dovrà finanziare il costo dei “servizi indivisibili” forniti dal Comune, cioè quelli di cui beneficia l’intera collettività (illuminazione pubblica,manutenzione delle strade, polizia locale, verde) ma per i quali non si può quantificare il maggiore o minore beneficio tra un cittadino ed un altro. Un buon motivo, secondo le istituzioni, per applicare una sovra-tassa di 30 centesimi al metro quadro (che potrà arrivare, giunte volendo, a 40 centesimi).
Queste due aggiunte da applicare alle attuali tariffe Tarsu – secondo i calcoli della Uil, riportati su Repubblica – peseranno mediamente 53 più 27 euro, per un totale appunto di 80 euro di ulteriore spesa. Un maggiore incasso pubblico di 1,9 miliardi che va ad aggiungersi al 7,6 versati nel 2012. D’altra parte l’aumentato costo dei rifiuti non è una novità: già nel 2012 la grande maggioranza dei capoluoghi di provincia aveva aumentato la “vecchia” Tarsu rispetto al 2011. Solo Lucca, Treviso e Teramo avevano praticato sconti.
Unica “nota positiva” legata a questa non certo gradita nuova tassa è il pagamento della prima rata, fissato per aprile 2013 e non a gennaio, come inizialmente stabilito.
Tratto da www.fanpage.it ©