«Tassa di soggiorno a sostegno dei collegamenti low-cost»

L'opinione di Roberto Salaris, imprenditore

Mi riferisco all’opinione espressa da Mario Conoci sugli organi di informazione nei giorni scorsi – (LEGGI) – , cioè quella di destinare la tassa di soggiorno al sostegno dell’aeroporto di Alghero per i voli low-cost. La trovo una proposta assolutamente in linea con le irrinunciabili esigenze dello straordinario momento di crisi nel quale si trova oggi il settore dei collegamenti aerei, che negli ultimi 12 anni hanno saputo dare impulso al movimento turistico sul nostro territorio, e ad una crescita sociale senza precedenti.

Può darsi che questa proposta costituisca il classico sasso gettato in piccionaia, dove i “piccioni“ avrebbero preferito rimanere a sonnecchiare. Quello che – appunto – sta capitando in sede di Giunta Regionale, dove la parte politica, che ha specifiche competenze e quindi precise responsabilità al riguardo, sostiene di continuare a lavorare alla ricerca di una soluzione, ma la soluzione non arriva. Siccome a pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca, può darsi che all’inefficienza ed all’incompetenza possa aggiungersi qualche nascosta volontà politica di tarpare le ali all’aeroporto di Alghero.

Peccato che a pagare le conseguenze, pesantissime, di questa aberrante situazione, sia un intero territorio, nemmeno tanto piccolo, quello cioè che, direttamente o indirettamente, gravita sull’aeroporto di Alghero : tanto per intenderci, più di un quarto della Sardegna. Nell’analisi che giustamente si deve compiere, va rilevato che queste conseguenze non riguardano solo la classe imprenditoriale, che pur ha fatto e sta facendo corposi investimenti, per ripagare i quali occorre che tutte le condizioni perché il movimento turistico rimanga efficiente e duraturo siano mantenute, bensì riguardano il tessuto sociale in generale, posto che dal movimento turistico derivano ricadute che si riverberano su qualsiasi strato sociale, contribuendo a mantenere un livello economico che comunque consente di assicurare una sopravvivenza dignitosa, anche in periodi di crisi come quelli che stiamo attraversando.

D’altronde l’imposta di soggiorno è stata fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale di Alghero in carica, proprio per assicurare la possibilità di sostenere gli oneri ordinari o straordinari che riguardano almeno prevalentemente, se non essenzialmente, il turismo, senza essere obbligati a trovare risorse nelle pieghe di bilanci comunali già assottigliati all’esasperazione. Un’imposta che, anche se non totalmente condivisa, ha comunque portato i suoi frutti, grazie soprattutto a un fortunato positivo andamento della stagione 2015 ; frutti buona parte dei quali sono ancora da destinare.

Non vedo quindi come l’eccezionalità della situazione di crisi dei collegamenti low-cost, che rischia seriamente di mettere letteralmente in ginocchio il settore turistico e l’economia dell’intero territorio, non possa e debba costituire uno di quei motivi che giustificano più che fondatamente l’esigenza di utilizzare una buona parte di questi proventi per contribuire, insieme al fondo in via di costituzione da parte dei privati, a risolvere, anche se solo in parte, le problematiche della stagione 2016.

Oggi, per il 2016, si tratta di una lotta contro il tempo, che sta per scadere inesorabilmente, e quindi non c’è più un solo giorno da perdere. Per le stagioni successive c’è obbiettivamente più tempo per trovare soluzioni più appropriate e durature, compresa anche la speranza di risveglio da parte delle Istituzioni Regionali, le quali, lo vogliano o no, si devono assumere tutte le responsabilità del disastro che è alle porte.

Roberto Salaris, 22 Gennaio 2016