Tavolara, signora del mare
L’autrice, affiancando il suo mestiere di geografa all’esperienza personale e familiare legata all’isola, descrive l’ambiente e la storia dell’isola, arricchendo il libro con foto, particolari e aneddoti sui personaggi che hanno ruotato intorno al piccolo mondo di Tavolara.
L’emblema della costa nord orientale sarda, tra leggenda e storia, il pericolo dell’abbandono e la nuova prospettiva turistica legata alla protezione ambientale.
Alfredina Papurello nasce a La Spezia nel 1931, da padre piemontese e da madre tavolarese, e trascorre l’infanzia tra La Maddalena e Tavolara. Gli interessi scientifici della scrittrice vertono verso i problemi dell’insularità, dell’utilizzazione delle risorse naturali e le forme di organizzazione del territorio e delle attività umane. Particolare attenzione ha dedicato all’equilibrio ambientale nelle aree costiere e nelle isole minori.
“Sono ormai passati 40 anni – si legge in un passo del libro-, da quando pubblicai la monografia sull’isola di Tavolara che, a quel tempo, rappresentava il compendio degli studi condotti nei diversi settori di ricerca, ed era mia convinzione che non vi fosse più niente da dire su un territorio molto modesto nelle dimensioni e così aspro nei lineamenti orografici da sembrare repulsivo all’uomo ed in parte soggetto a vincoli tanto severi da essere inavvicinabile. Un’Isola in cui i sette abitanti residui si preparavano ad abbandonarla definitivarnente.
Con siffatte condizioni d’ambiente non era prevedibile un futuro per Tavolara, se non quello di sottoporla a interventi di tutela e di assestamento ecologico, tali da proteggerla dal degrado e dall’azione di rapina di vandali che, dalla costa antistante, ambivano ad appropriarsi dei ginepri secolari, delle pietre zoomorfe, delle stalattiti residue nelle grotte e dei ciottoli rnultiformi e multicolori disseminati sulla riva.
Dopo decenni, oggi come non mai, sono evidenti le diverse anime di Tavolara.
La prima, quella della pertinenza militare, alla quale nessuno dà importanza e che neppure percepiamo […] e non si vuole tener conto che, grazie ai divieti, la montagna ha ripristinato la copertura boschiva e la fauna ittica ha ripopolato i mari.
Vi è anche l’altra Tavolara, quella dell’Area Marina Protetta che, dal 1997, ha posto i limiti di navigazione, di ancoraggio, di balneazione e di pesca per cui, grazie ad essi, si possono rilevare gli effetti positivi sulla fauna ittica.
Vi è, infine, la Tavolara destinata al Turismo in continua crescita: è la parte più vulnerabile dal punto di vista ambientale.
L’attenta lettura del materiale disponibile ha fatto emergere una piccola grande storia di frequentazione umana e di fatti singolari ancora sconosciuti ai più, pur nella disponibilità di raccolte di immagini che esaltano la bellezza delle componenti naturali.
Ho deciso di rivisitare la monografia da me scritta e di portare alla conoscenza i risultati degli studi degli ultimi 40 anni in modo da fornire un quadro preciso e documentato dei fatti e delle persone, e anche di rivelare il mio vissuto sull’Isola”.