Tedde: «Alla Regione solo incombenze e responsabilità per la gestione dei porti, ma Pigliaru tace»
“Le norme in materia di competenze portuali lo prevedono da oltre un decennio, ma lo Stato nel trasferire alle regioni le funzioni in materia di programmazione, pianificazione, progettazione e manutenzione ha dimenticato di assegnare loro i relativi beni e risorse”.
“Le norme in materia di competenze portuali lo prevedono da oltre un decennio, ma lo Stato nel trasferire alle regioni le funzioni in materia di programmazione, pianificazione, progettazione e manutenzione ha dimenticato di assegnare loro i relativi beni e risorse”. Un ritardo sul quale chiede di far luce il Vice Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Marco Tedde con un’interrogazione presentata oggi a Cagliari. “Le norme – afferma l’esponente azzurro – risalgono alla fine degli anni novanta e prevedono che lo Stato nel conferire alle regione le funzioni amministrative concernenti la programmazione, pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica, manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, avrebbe dovuto contestualmente trasferire anche le risorse necessarie al loro efficace esercizio. Così non è stato. – prosegue l’ex Sindaco di Alghero – La Regione Sardegna svolge da oltre un decennio funzioni che erano dello Stato completamente a spese proprie. La riforma prevedeva che in questo caso la Regione avrebbe potuto attivarsi per chiedere la nomina di un commissario ad acta che provvedesse al trasferimento anche delle risorse. Ciò è avvenuto nel 2011 ad opera della Giunta Cappellacci. Da allora il silenzio”.
“L’insularità della Sardegna – afferma Marco Tedde – c’impone di chiedere e pretendere con forza che lo Stato adempia ai propri doveri trasferendo alla regione anche le risorse, beni, mezzi e personale che servono ad esercitare le funzioni amministrative portuali. Questa rivendicazione – osserva l’esponente azzurro- è un punto non secondario delle questioni ancora aperte con lo Stato. Beni e risorse relativi alle funzioni portuali si sommano alle rivendicazione di quella vertenza entrate, che Pigliaru ha abbandonato con disonore e con grave danno per i sardi, firmando l’accordo “patacca” con Padoan, rinunciando ai soldi dei sardi e ritirando perfino i ricorsi promossi nella precedente Legislatura”.
“E’ inaccettabile che lo Stato continui a spogliarsi dalle responsabilità senza però dare la possibilità alla Sardegna di poter camminare con le proprie gambe. Mesi fa, in quel di Olbia, Renzi assicurò che sarebbe tornato nell’isola a settembre per parlare non più di problemi ma di soluzioni. Siamo arrivati a novembre, nessuno si è visto e nessuno sollecita il mantenimento degli impegni. Noi siamo convinti che occorra aprire una nuova vertenza entrate perché dall’accordo Soru-Prodi del 2006 la Sardegna si è accollata i costi della Sanità e della continuità aerea, mentre lo Stato non ha rispettato la sua parte e i suoi obblighi. La vittoria dei ricorsi esperiti dalla Giunta precedente aveva aperto una breccia importante e fatto arrivare i primi soldi dallo Stato, ma ora Pigliaru e i suoi strateghi hanno fatto solo una cosa: hanno alzato bandiera bianca e si sono adeguati agli ordini dei capibastone della Penisola. Rimaniamo in attesa di un sussulto di responsabilità e di una maggiore attenzione verso le infrastrutture portuali da parte di Pigliaru” – conclude Tedde.