Tensione E-on
Non si placano le proteste dei lavoratori E on. Anche la giornata odierna è trascorsa all’insegna di occupazioni simboliche all’arrivo della dirigenza tedesca, riunioni lampo e dialoghi serrati che non hanno però trovato una sbocco. Dopo l’incontro con Papa Francesco, che sembrava aver trasmesso un segnale di speranza, arriva la doccia fredda.
La multinazionale di produzione energetica non sembra indietreggiare, non ci sarebbero per il momento le condizioni per riprendere la costruzione del quinto gruppo di produzione di energia con il carbone, un investimento di circa 700 milioni di euro che avrebbe garantito lavoro agli operai. E-on ha a che fare con esuberi e mancati investimenti, e sarebbe costretta a dimezzare il numero dei suoi dipendenti. Senza contare i tagli previsti per le società di appalto esterne, che potrebbero aggravare le condizioni di sicurezza dei lavoratori. Dunque, non ci sono per il momento, riserve tali per cui la multinazionale possa rivedere un piano di investimento che scongiuri, entro fine anno, il licenziamento di molti operai. Il nervosismo è sotto controllo, ma inutile negare che la bomba a orologeria è innescata.
Il territorio e i suoi rappresentanti cercano di contenere la pressione ma non basta. Sono comparse anche alcune scritte contro i dirigenti E-on, che vengono chiaramente invitati a lasciare l’isola. La speranza è che ci sia un cambio di gestione al più presto. Domani è il 1 Maggio, la festa dei lavoratori. “E’ e deve rimanere la festa dei lavoratori”- ha dichiarato Maurizio Landini, segretario nazionale della FIOM (federazioneitaliana operai metallurgici). Lavoratori che in verità, sono consapevoli , hanno poco o nulla da festeggiare.