Tentato sequestro Podda: tre uomini in carcere
La banda voleva chiedere un riscatto da 5 milioni di euro. E’ andato in fumo il tentativo di sequestro del figlio dell’imprenditore caseario Podda,una delle più famose aziende sarde nella produzione dei formaggi e del latte. Tre gli arresti, per un piano che per fortuna non si è concretizzato. Un sequestro lampo, tutto si sarebbe dovuto concludere in poche ore. Già deciso il periodo: attorno al 20 febbraio, durante la visita a Cagliari del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che avrebbe impegnato le forze dell’ordine. ma la notizia agghiacciante arriva da un intercettazione telefonica: “E se la famiglia non avesse pagato il riscatto per l’ostaggio?” “Vuole ucciso, che cazzo ci fai?”.
Niveo Batzella, 57 anni di Assemini (in carcere a Sassari), Gianfranco Batzella di 40 (detenuto a Iglesias) ed Efisio Mereu, 49enne di Sestu dipendente del caseificio Podda, sono accusati di aver progettato il sequestro di Podda, mai messo in atto grazie al lavoro delle forze dell’ordine. Il piano della banda, secondo le accuse contenute nelle 24 pagine di ordinanza, è scattato all’inizio del 2011 andando avanti fino al febbraio del 2012. Avevano progettato tutto nei minimi dettagli studiando i movimenti della vittima attraverso pedinamenti e appostamenti, si erano messi alla ricerca di un locale da trasformare in prigione dell’ostaggio in una via molto periferica di Sestu, avevano controllato le disponibilità finanziarie immediate della famiglia Podda e organizzato il furto delle auto e dei furgoni necessari per la fuga. E’ da un intercettazione che le forze dell’ordine scoprono la progettazione del sequestro.Da li la scorta e il pedinamento dei sequestratori. Un’altra notizia che è trapelata al momento delle dichiarazioni ufficiali, parla di un primo ostaggio ipotetico che non era Sandro bensì la moglie.