«Terre incolte ai migranti», la proposta di Severgnini
Il giornalista, noto anche per il suo amore verso la Sardegna, lancia una coraggiosa proposta.
L’audace proposta è stata lanciata dal giornalista Beppe Severgnini, noto per essere un grande amante della Sardegna, dalle colonne del giornale americano New York Times. Severgnini propone, forse in maniera provocatoria, di assegnare i terreni incolti italiani, soprattutto in Sardegna, ai migranti rifugiati, sulle orme di una pratica simile effettuata ai tempi dell’antica Roma.
«Mentre gli immigrati più istruiti si recano in Germania e nel Nord Europa, quelli che decidono di restare in Italia sono generalmente agricoltori, costruttori, artigiani» osserva il giornalista. «L’Italia si sta spopolando, sta invecchiando. E servono persone nuove». «In Sardegna, forse l’isola più bella del Mediterraneo, l’83 per cento della popolazione vive in piccoli insediamenti sotto i 5mila abitanti che si stanno progressivamente svuotando».
Per realizzare un progetto simile, conclude Severgnini, servirebbe «una leadership politica lungimirante. Gli antichi romani ce l’avevano. Si può dire lo stesso dell’Italia moderna?».
La proposta ha suscitato molto clamore e, com’era prevedibile, c’è anche chi non è d’accordo. «La proposta di Servegnini va respinta con decisione al mittente – ha detto Marcello Orrù ,consigliere regionale Psd’Az – e con essa tutte quelle proposte simili, lanciate nei mesi scorsi da diversi opinionisti e intellettuali, che ipotizzano la colonizzazione delle nostre zone interne e a bassa densità abitativa da parte di altre etnie straniere. Lo spopolamento si combatte con ben altre politiche, creando opportunità di sviluppo legate all’ambiente, alla qualità della vita e al benessere, all’industria alimentare e turistica, sostenendo gli agricoltori e i produttori locali e non di certo impiantando nuovi popoli nella nostra terra».
«Servegnini dovrebbe sapere che ogni anno 6mila giovani lasciano la Sardegna per andare all’estero in cerca di lavoro: la Regione dovrebbe dare i terreni incolti ai giovani sardi e incentivare le nascite con politiche di sostegno alle giovani coppie. Altro che profughi!».
«Abbiamo una Sardegna discriminata dallo Stato tutti i giorni, umiliata dal Governo su trasporti e infrastrutture e oggi l’amarezza di dover sentire persino queste oscenità da un giornalista che ha sempre detto di amare la nostra Regione, beh complimenti. Servegnini si vergogni e chieda scusa, i profughi li accolga a casa sua!!».