Tra chiacchiere e censure il pil crolla: siamo in Italia

Pensavamo di aver toccato il fondo e invece non avete ancora visto il peggio del nostro Paese, che sta dando dimostrazione di incoerenza e esempio al contrario, da non seguire. Mentre nelle stanze blasonate e dorate, si cerca di camuffare una crisi senza precedenti, il pil, prodotto interno lordo, tocca il minimo storico. Il risultato di questa Italia fanfarrona che si preoccupa di blaterare e non ha ancora trovato la strada seguire. Questi i numeri sui quali c’è ben poco da commentare: nel primo trimestre del 2013 il debito ha sfondato quota 130%, assestandosi a 130,3% del pil. Nel trimestre precedente era a 127%. Lo comunica Eurostat che sottolinea come solo la Grecia abbia un debito più elevato dell’Italia, a 160,5%. Rispetto all’ultimo trimestre 2012, 21 Stati hanno registrato un aumento del loro debito nel primo trimestre 2013 e solo sei una discesa.

Gli aumenti più elevati quelli dell’Irlanda (+7,7 punti percentuali) Belgio (+4,7 punti) e Spagna (+4 punti), mentre i cali più ampi in Lettonia (-1,5 punti), Danimarca (-0,8 punti) e Germania (-0,7 punti). Se poi siamo catastrofisti veniamo indicati come negativi e pessimisti, ma a questo punto il pessimismo è solo realismo. Se continuiamo cosi, il dafault è assicurato e agli inizi del 2014 toccare il 140 % non è cosi improbabile. L’Italia è troppo impegnata a difendersi dai suoi stessi rappresentanti, che pensare al resto del paese. Ci vuole molto poco per capire che bisogna tagliare drasticamente la spesa pubblica e sopratutto quella improduttiva ma a quanto pare, andare contro corrente, provoca uno sballottolamento di poltrone troppo care alle quali nessuno rinuncierebbe. E intanto, sarà inesorabile il declino.

22 Luglio 2013