Treviso: due bimbi in fin di vita, intossicati da un batterio Killer
E’ convinzione comune che i prodotti alimentari di famiglia siano effettivamente più genuini di quelli immessi nel mercato dalla grande distribuzione. Torniamo indietro almeno al dopoguerra periodo in cui il sostentamento si fondava sulla produzione di alimenti derivanti dall’allevamento di animali domestici: polli, conigli, agnelli, pecore maiali. Da quel piccolo patrimonio alimentare si ricavavano i cibi lavorati a breve e lunga conservazione: lardo, grasso animale per fritture e condimenti, salumi, prosciutto, pancetta. A seguire formaggi di vario tipo tratti dalla lavorazione di piccole quantità di latte munto quotidianamente dall’unica pecora che scorrazzava in cortile, sotto gli occhi vigili della ‘fac totum’ di casa.
Ogni due o tre anni, a rotazione, le famiglie del parentado, per consuetudine, procedevano alla tradizionale “macellazione della scrofa”, operazione capace di riunire le varie famiglie per una saporita mangiata di carne genuina: bistecche, salsiccia appena confezionata, sanguinacci con pinoli e uva passa. Ricordi di un lontano passato del tutto scevro, o quasi, da notizie di avvelenamenti alimentari: l’informazione era affidata al Notiziario regionale o ai giornali le cui vendite limitatissime non offrivano una diffusione capillare. Cambiano i tempi e con essi le abitudini.
Ieri a Treviso due famiglie si sono riunite per la “macellazione” del maiale. Poche ore dopo aver mangiato la salsiccia appena insaccata due bimbi, di 18 mesi e 7 anni, si sono sentiti male. I violenti attacchi di dissenteria hanno subito allertato i genitori che per sicurezza hanno portato i piccoli in ospedale. Subito la diagnosi: i bimbi avrebbero ingerito il batterio Escherichia coli, che, presente nell’intestino di numerosi animali tra i quali l’uomo, aiuta la digestione. In alcuni casi però si trasforma in un batterio killer: attacca le vie urinarie, distrugge i reni ed è causa di meningite. I bimbi sono stati sottoposti immediatamente a dialisi. Le loro condizioni restano ancora molto gravi. Per evitare infezioni è necessario cuocere bene i cibi. Forse la cottura tradizionale con fuoco a legna e graticola rovente assolveva anche alla probabile prevenzione delle infezioni.