Trova 100 milioni di lire, ma Bankitalia non glieli vuole cambiare in euro
Erano nella cassaforte di una casa ereditata da parenti. Claudia Moretti, 40enne viterbese, pensava di aver fatto la scoperta della vita. Ma la beffa è stata grande, quando si è recata negli uffici della Banca d'Italia.
Trova 100 milioni del vecchio conio in una cassaforte impolverata dallo zio a Viterbo. Un vero e proprio tesoro, ma non per Bankitalia che ha rifiutato di cambiare le banconote dal momento che sono trascorsi più di 10 anni dal passaggio dalla Lira all’Euro. Una incredibile beffa per Claudia Moretti, 42 anni, precaria in un call center di Pesaro, che adesso, per ottenere ciò che afferma essere suo di diritto, si è rivolta ad Agitalia, associazione che si occupa della riscossione di libretti bancari e postali antichi. La sua storia è raccontata dal Messaggero. La donna, a seguito della morte dello zio materno, deceduto senza moglie né figli, ha ereditato, tra le altre cose una casa in campagna. ”Le banconote erano chiuse in una cassettina metallica nascosta in un mobile antico – spiega la donna -. Mia madre aveva ereditato quell’appartamentino da tempo, ma solo in queste settimane abbiamo cominciato a svuotarlo per rimetterlo a posto. Ed ecco la scoperta. E’ stato un colpo, non ci sembrava vero. Ma quando abbiamo chiamato in Bankitalia per sapere come poterli cambiare in euro, ci hanno risposto che ormai è troppo tardi”.
La Lira infatti è ormai una moneta senza più alcun valore legale dal 2012. Claudia però non si è arresa. Ha conferito mandato all’ufficio legale di Agitalia per agire al fine del recupero della somma presso la Banca d’Italia per l’importo di Euro 51.645,69. Secondo l’associazione Bankitalia non dovrebbe prendere in considerazione il termine dei dieci anni previsto per il cambio lira/euro, bensì il periodo da quando la donna “ha ritrovato le banconote e quindi si è trovata giuridicamente nella condizione di poter richiedere il cambio in euro”. La nota di Agitalia conclude: “Del resto la Giurisprudenza prevalente è pacifica nel ritenere che il termine di prescrizione o decadenza per il soggetto decorre da quando lo stesso è posto nelle condizioni di esercitare il suo diritto”.
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