Eni, sindacati in allarme per la chimica: confermato sciopero per il 20 Gennaio
Sindacati «insoddisfatti» dal tavolo su Versalis, la società che opera nel settore della chimica dell'Eni, svoltosi al ministero dello Sviluppo economico. Confermato lo sciopero di otto ore di tutti i lavoratori Eni e Saipem in programma il 20 gennaio.
I sindacati sono usciti «insoddisfatti» dal tavolo su Versalis, la società che opera nel settore della chimica dell’Eni, che si è svolto al Ministero dello Sviluppo Economico e, come hanno annunciato alcuni leader al termine dell’incontro, resta confermato lo sciopero di otto ore di tutti i lavoratori Eni e Saipem in programma il 20 gennaio. Il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico rimane comunque aperto.
«Lo scenario mondiale e di business in continua evoluzione, evidenzia ancora, nonostante l’impegno profuso, limiti strutturali che necessitano l’individuazione di un partner per garantire continuità al piano investimenti sviluppato da Eni, assicurando il programma di sviluppo di Versalis e rafforzandolo ulteriormente», ha ribadito l’Eni dopo l’incontro di oggi. Il gruppo petrolifero conferma anche l’intenzione di «mantenere una partecipazione significativa a garanzia della concreta realizzazione degli obiettivi» e ribadisce i paletti già annunciati: conferma del piano di investimenti, mantenimento del perimetro industriale per almeno cinque anni, mantenimento dei livelli occupazionali per almeno tre anni, conferma della società italiana con sede in Italia.
«Nel corso dell’incontro – si legge nella nota – Eni ha confermato l’importanza del piano di trasformazione di Versalis, che nel breve termine ha consentito di riportare il comparto di business, in forte perdita da anni, a registrare risultati positivi già a partiredai primi 9 mesi del 2015. La strategia di trasformazione è centrata sulla focalizzazione in prodotti ad alto valore aggiunto (specialties), sulla razionalizzazione ed efficienza delle operazioni, sullo sviluppo internazionale attraverso partnership strategiche con importanti operatori mondiali e sullo sviluppo della chimica verde».
L’eventuale partner – si legge ancora – «dovrà avere la disponibilità e le competenze per permettere di scambiare o ampliare il portfolio delle tecnologie di Versalis così da generare nuove opportunità di sviluppo e investimenti». Nel corso dell’incontro Eni ha confermato che continuerà ad assicurare un dialogo costante con tutte le parti sociali per illustrare in maniera puntuale le future evoluzioni.
«L’Eni è una società partecipata ma è autonoma: il Governo è coinvolto, ma le condizioni attuali non sono quelle del passato. Sono d’accordo che la chimica resti italiana e ci attiveremo perché il soggetto (acquirente) sia solido e affidabile», ha detto il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, al tavolo su Versalis.
«Il Governo – afferma Guidi annunciando una nuova riunione del tavolo in tempi brevi – non intende smantellare la chimica in Italia. Pur nel rispetto dell’autonomia gestionale dell’Eni, seguiremo con attenzione gli sviluppi del piano relativo affinchè si realizzi un progetto solido che dia prospettive di crescita e occupazionali». Nel corso della riunione Guidi si è impegnata a valutare le opportunità che assicurino prospettive alla chimica, un settore strategico per il Paese: è stato quindi insediato il tavolo di confronto sulla chimica Eni.
«La risposta dell’Eni – ha dichiarato il segretario della Ugl Chimici – è insufficiente, pertanto abbiamo confermato lo sciopero del 20». «La mobilitazione – ha spiegato il segretario generale Luigi Ulgiati – continuerà», dal momento che «oggi l’Eni non ha assunto alcun significativo impegno rispetto al tema fondamentale che noi abbiamo posto: il destino della chimica e della chimica verde in questo Paese».
«Insoddisfatto» si è detto anche il leader della Ugl chimici territoriale Simone Testoni, secondo cui «il governo deve fare la sua parte con la politica industriale». La soluzione, ha aggiunto Testoni: «è il mantenimento del progetto della chimica verde e che questo progetto venga assicurato dall’Eni come da accordi presi nel 2011».