«Un ruolo da protagonista per il Parco di Porto Conte»

L'opinione di Giuseppe Fadda, capogruppo "Per Alghero"

Esprimo soddisfazione per l’elezione del rinnovato Cda del Parco Regionale di Porto Conte con a capo l’ex professore della Facoltà di Agraria, Antonio Farris, con tutti i voti della maggioranza, e con lui nel Consiglio d’amministrazione Edoardo Morette e Luigi Cella. L’auspicio è che, con il nuovo assetto, il Parco assuma a tutti gli effetti un ruolo da prototagonista nella diversificazione dell’offerta turistica ed in quella economica delle produzioni agricole ed artigianali. A 15 anni dalla sua istituzione il Parco Naturale deve diventare un ente moderno ed efficiente, in grado di essere uno degli stumenti per rilanciare l’economia ed il territorio di Alghero, oltre a svolgere un fondamentale ruolo di tutele e di valorizzazione degli habitat naturali che gli sono stati affidati.

Un Parco dove i suoi confini ricadono tutti nel Comune di Alghero, è già di per se un’area unica in quanto a peculiarità, geomorfologia, archeologia, flora e fauna. Deve strutturarsi amministrativamente per gestire in modo unitario la contigua Area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana, per co-gestire le aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) presenti sul territorio e la ZPS (Zona di Protezione Speciale) della laguna del Calich. Dovrà inoltre rivedere la sua perimetrazione, aprendo un ampio dibattito, con l’eventuale inserimento di aree agricole vicine e la definizione di una fascia pre-parco. Coinvolgere maggioramente le aziende e imprese agricole del territorio per allargare le “Produzioni del Parco” e garantire maggiori ricadute economiche sul territorio di Alghero, come avviene in molti parchi esistenti non solo in Italia.

In questi 15 anni molto è stato fatto e molto resta da fare. Si dovrà lavorare per inserire il Parco nel contesto cittadino e migliorarne la sua immagine all’interno della rete dei Parchi Regionali della Sardegna e collegare il territtorio del Parco alle aree protette contigue di Baratz e Asinara a nord, Capo Marargiu e Bosa verso sud. Il Parco dovrà attuare un urgentissima politica di bonifica e recupero dei fondali marini, delle coste, delle pinete, delle servitù militari, della laguna del Calich e delle altre aree degradate o compromesse presenti all’interno della della perimetrazione. Insomma, è necessario che la cultura del Parco contagi tutti e ciò possa trasformarsi in nuove e importanti occasioni con ricadute economiche dirette sul territorio algherese.

Giuseppe Fadda, 19 Gennaio 2015