Unioni civili e altri diritti: la battaglia di civiltà di SEL
«Sassari adotti il registro delle unioni civili». Lo propone il consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà, Sergio Scavio, secondo cui «questo tema non è più prerogativa di una parte politica, parliamo del riconoscimento di diritti sacrosanti per un numero crescente di persone».
Presto l’adozione del registro sarà sottoposta all’approvazione del consiglio comunale. «In attesa di una legge, il Comune assicurerà alle coppie unite civilmente l’accesso ai procedimenti, ai benefici e alle opportunità che l’ordinamento riconosce a chi si sposa», spiega Scavio. «Se le unioni di fatto sono aumentate anche a Sassari dipende da trasformazioni sociali e culturali che non minano la famiglia – dice – ma aprono a ipotesi di unioni diverse e rispecchiano i bisogni di molte coppie, specie tra i giovani».
Di diritti civili Sel ha discusso anche due sere fa al Borderline di via Rockefeller durante un dibattito con Silvia Doneddu, candidata al secondo posto della lista per la Camera dei Deputati in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio prossimi, Claudia Firino, altra attivista sassarese di Sel che come Doneddu e Scavio è candidata alla Camera, Barbara Tetti, presidente del Mos, Franca Puggioni, presidente dell’Arci provinciale, e Gian Mario Cossu, consigliere comunale di Sel a Ittiri, dove da poco è stato adottato il registro delle unioni civili.
Per Barbara Tetti «in tutti i Paesi civili i diritti riconosciuti crescono in modo esponenziale, in Italia resiste il timore che il riconoscimento di diritti nuovi vada a scapito di quelli già acquisiti». Al contrario, per Silvia Doneddu «il riconoscimento di un diritto che si afferma di fatto è il riconoscimento di una porzione più ampia alla libertà individuale e collettiva, non va a svantaggio di nessuno ma estende il campo della convivenza civile».
Dalla disabilità alle carcerari, dalle disparità di genere ai tabù sessuali, l’incontro del Borderline è servito per «riproporre la centralità di argomenti che non affronta più nessuno, ma che in un momento delicato come questo non possiamo considerare marginali», è la denuncia di Franca Puggioni, per la quale «il carcere e le pene alternative dovrebbero servire per rieducare e favorire il reinserimento nella comunità di individui rigenerati, ma nelle carceri si vive in condizioni sovrumane, che non favoriscono processi virtuosi e sono insostenibili anche per chi ci opera».
Per rovesciare questo stato di cose, «la politica deve trovare il modo di includere più persone possibile nello spazio della convivenza civile», ha detto Silvia Doneddu per replicare alla sua provocazione. «In questo la proposta programmatica di Sinistra Ecologia Libertà – ha aggiunto – si distingue da tutte le altre». Negli altri partiti, ha rincarato Claudia Firino, «perfino nei programmi elettorali si continua a valutare i diritti in termini di costi e benefici, e questo è il sintomo dell’arretratezza entro cui si muove a fatica chi sostiene qualsiasi battaglia di civiltà».