Vini di Coros: un successo la XVII edizione
Il convegno finale è stato l’occasione per gli amministratori locali per sancire un’alleanza territoriale in favore dei nostri prodotti di eccellenza
«Per crescere, il cagnulari e il vino sardo in generale hanno bisogno di investire sulla qualità e sul completamento dei processi di filiera che vanno dalla coltivazione dell’uva alla commercializzazione». A indicare la strada per la definitiva affermazione del comparto vitivinicolo isolano e del vitigno che rappresenta maggiormente il territorio di Usini, Ittiri, Uri, Tissi e Ossi è il professor Giuseppe Melis, docente dell’Università di Cagliari, intervenuto domenica pomeriggio al convegno che ha concluso la diciassettesima edizione di “Vini di Coros”, rassegna dedicata al vino e alle produzioni di eccellenza di un’area che negli anni si è ritagliata uno spazio di rilievo nel panorama enologico e gastronomico regionale. A proposito di qualità, «attraverso il sapiente uso dei lieviti è possibile trarre le migliori occasioni di crescita in termini di gusto e di equilibrio», ha aggiunto il professor Massimo Vincenzini, biologo dell’Università di Firenze, che nel corso dell’incontro ospitato nell’Auditorium comunale di Usini a portato come esempio il “modello Toscana”.
Il convegno finale è stato l’occasione per gli amministratori locali per sancire un’alleanza territoriale «in favore dei nostri prodotti di eccellenza, che sono il miglior strumento per trainare la ripresa dell’agricoltura e dei settori tradizionali della nostra economia, ma anche per promuovere il territorio e inserire il Coros nel fiorente mercato del turismo enogastronomico», come hanno ripetuto a più riprese i sindaci di Usini, Ittiri e Tissi, Giuseppe Achenza, Tonino Orani e Mauro Scarpa, e l’assessore della Provincia di Sassari, Giommaria Deriu, anche lui ittirese. Ai lavori ha partecipato anche il professore Giovanni Antonio Farris, direttore scientifico della manifestazione organizzata dal Comune di Usini con Laore e Università di Sassari. «La qualità dei nostri vini è in costante crescita – he detto il docente del Dipartimento di Agraria di Sassari – ma la loro affermazione dipende anche da altri aspetti, dalla commercializzazione all’esportazione, fondamentali in un contesto competitivo come quello internazionale».
«Per poter sfruttare al meglio le nostre risorse dobbiamo fare rete, ed è questa l’impostazione che abbiamo voluto dare a “Vini di Coros 2014”, per aiutare le imprese e i territori a rendersi conto che solo attraverso l’unione è possibile restituire forza al marchio “Coros” e ai suoi prodotti», è la riflessione conclusiva dell’assessore del Comune di Usini Michele Virdis, vero e proprio artefice della manifestazione di quest’anno. L’amministratore non a mancato di ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile il successo dell’evento andato in scena a Usini nel fine settimana, ma ha voluto insistere soprattutto nella necessità che «anche le amministrazioni devono trovare i tempi e i modi per interagire in maniera più efficace e sinergica possibile e creare così le occasioni migliori per favorire l’incontro e la collaborazione dei produttori e il loro comune investimento sulla qualità». Alla fine dei lavori sono stati premiati i vini che hanno partecipato al concorso che da alcuni anni viene abbinato alla rassegna “Vini di Coros”, riservato alle produzioni ottenute dalle uve coltivate in quella stessa area geografica. Per la categoria dei vini rossi “amatori”, la giuria presieduta da Tonino Costa, Stefano Caraffini e Gianni Sanna ha attribuito il primo posto a Gian Franco Serra di Ossi, il secondo Gian Mario Lai di Usini e il terzo a Salvatore Pira di Usini. Tra i “produttori” di rossi, giudicati dal presidente Alessandra Del Caro con Palmerio Zoccheddu e Chichi Fronteddu, sono saliti sul podio Benigno Solinas di Uri, seguito da Giovanni Camboni di Tissi e da Maria Muresu di Ossi.
Tra i bianchi secchi “amatori”, i preferiti dal presidente Pier Paolo Fiori, da Stefano Biscaro, da Giammario Sau e da Mario Spiga sono stati nell’ordine Angelo Tedde di Usini, Gian Mario Lai di Usini e Salvatore Piredda di Ossi. I “produttori”, per i quali la giuria era composta da Renzo Petretto, Giammarco Bombagi e Giannetto Fadda, hanno visto primeggiare Giammario Sau di Ittiri, seguito da Giovanni Camboni di Tissi e Lucia Lai di Usini. Infine la categoria più prestigiosa, riservata alla produzione del cagnulari e dedicata al pioniere Billia Cherchi, che con la sua attività ha fatto conoscere il vino a livello internazionale. La giuria presieduta da Giovanni Pinna e composta da Leonardo Addis e Lorenzo Serra ha premiato Antonio Lai di Usini, secondo è arrivato Antonio Orani di Uri e terza la Cooperativa agricola tissese. Complessivamente hanno partecipato alla gara ottanta vini in rappresentanza di 51 vinificatori tra produttori e amatori.