Violenta la compagna incinta con una stecca da biliardo: “Pensavo quel bambino non fosse mio”
Un 50enne scozzese ha violentato la sua compagna con una stecca da biliardo, provocandole un aborto spontaneo. Non è stata però questa l’unica sua vittima: in 25 anni ha abusato di 18 donne. “Non importa chi sia l’uomo o quanto forte pensiate possa essere, chi ha subito violenza deve parlare”.
Ha violentato la compagna incinta con una stecca da biliardo, facendole così perdere il bimbo che portava in grembo. Tutto perché credeva che quel bambino non fosse suo. È successo in Scozia, dove la donna vittima della violenza ha deciso da raccontare la sua disavventura alla stampa denunciando pubblicamente il suo aguzzino. Come riporta il quotidiano locale Metro, M.B.G., 50enne scozzese, non era la prima volta che abusava di una sua compagna. Pare infatti che in 25 anni, dal 1987 al 2012, abbia stuprato ben 18 donne. Tutto è scattato dopo la denuncia di una di loro, come spronate piano piano: così altre si sono fatte avanti, ognuna raccontando di molestie, violenze fisiche e stupri, e tra queste anche la storia della signora costretta ad abortire.
“Avrei voluto avere più coraggio e denunciarlo prima – ha raccontato la vittima – ma ero terrorizzata”. La donna, che subiva abusi da oltre 7 anni, ha spiegato di aver avuto una relazione con il suo stupratore, ma dopo aver scoperto di essere incinta, lui ha cominciato ad insinuare che quel figlio fosse di un altro uomo, così l’ha violentata con vari oggetti, tra cui una bottiglia e una stecca da biliardo, e le ha fatto perdere il bimbo. Il giorno dopo la violenza la donna ha accusato nausea e un senso generale di malessere così si è recata in ospedale dove i medici le hanno confermato la morte del feto. Ora l’uomo, sul quale pendono numerosi capi d’accusa per questa e altre violenze, sta per essere sottoposto a un processo. La sentenza di condanna è attesa entro il prossimo gennaio. “Non importa chi sia l’uomo o quanto forte pensiate possa essere – ha concluso -, le donne che hanno subito violenze devono parlare”.
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