“Zimino” libero: torna legale il consumo dell’intestino di bovino
Anche in Sardegna sarà possibile il consumo del pacchetto intestinale del bovino regolarmente macellato. Lo rende noto il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Sassari.
Il Regolamento dell’Unione Europea 2015/1162 del 15 luglio scorso ha inserito l’Italia tra i paesi “a rischio trascurabile” per la BSE. L’annuncio mette la parola fine al sequestro e alla successiva distruzione, presso i centri di smaltimento, delle parti del bovino macellato classificate come materiale a rischio specifico.
“In sostanza non si dovrà più scolonnare al macello il bovino con oltre trenta mesi di età e non si dovrà più eliminare buona parte del pacchetto intestinale, meglio noto per i sassaresi come “zimino” – spiega Marino Solinas, Direttore Servizio Veterinario Igiene Alimenti del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Sassari. “Pertanto il cosiddetto “quinto quarto” del bovino macellato potrà occupare nuovamente i banconi delle macellerie”.
La nuova strategia della Commissione Europea sulle encefalopatie spongiformi trasmissibili per il periodo 2010/15 ha infatti previsto la possibilità di riesaminare l’attuale obbligo per gli stati membri di rischio BSE Trascurabile di rimuovere il materiale a rischio specifico dalla catena alimentare.
“Il raggiungimento di questo importante traguardo è dovuto ai controlli meticolosi che in tutti questi anni sono stati fatti dal Servizio Veterinario delle ASL e dall’IZS di Sassari” ci tiene a sottolineare Franco Sgarangella, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale di Sassari.
“Negli allevamenti è stato valutato scrupolosamente ogni sintomo che potesse far dubitare la presenza della malattia ed è stato sottoposto a controllo istologico, con prelievo del midollo allungato, ogni capo morto in azienda” continua Sgarangella.
“Così pure in tutti i macelli e negli stabilimenti di sezionamento, sono state adottate le procedure necessarie per gestire ed evitare le contaminazioni crociate”.
Dal 2001 ad oggi in Italia sono stati effettuati oltre 7.000.000 di test rapidi per verificare la eventuale presenza della malattia.
“Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015 sono stati macellati complessivamente 4.596 capi bovini controllati dai servizi veterinari della ASL di Sassari. Inoltre – aggiunge Marino Solinas, Direttore Servizio Veterinario Igiene Alimenti “sono state avviate alla distruzione svariate tonnellate di materiale a rischio specifico, con costi enormi per gli operatori del settore e con perdite economiche importanti per gli allevatori bovini”.
“Quanto raggiunto è un grande risultato per la sanità pubblica veterinaria , per gli allevatori e per tutti gli operatori del settore alimentare italiano che hanno dimostrato professionalità, competenze e rispetto delle regole nell’interesse del consumatore” conclude Franco Sgarangella, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Sassari.